Peggioramento in vista: nelle prossime ore sull'Italia arriveranno condizioni meteo tipicamente autunnali. L’assetto barico in formazione porterà con sé numerose preoccupazioni, perché l’alta pressione sull'Europa continentale bloccherà il vortice ciclonico sul Mediterraneo per un lungo periodo. 

Il punto della situazione
L’estrema dinamicità autunnale crea spesso condizioni anche molto diverse in territori vicini o addirittura confinanti: è quello che sta avvenendo ora sull’Europa, dove sul comparto occidentale è in azione un robusto campo anticiclonico di stampo africano – con tutte le conseguenze del caso – e sulla parte orientale è invece giunto il freddo. Dopo aver attraversato la Russia, l'ondata di freddo è scesa fin sulle coste del Mar Nero, portando i primi fiocchi di neve a bassa quota in Paesi come la Romania.
L’Italia, come spesso succede in queste situazioni, si ritrova nei confini delle due configurazioni: bel tempo sui quadranti occidentali garantito dall’azione del promontorio africano e una circolazione più fredda ed instabile sui settori orientali, in graduale estensione alle regioni del versante adriatico nelle prossime ore.
Risveglio quindi autunnale su gran parte delle aree centro settentrionali, ove le nubi a tratti spesse si sono sovrapposte a foschie e banchi di nebbia che hanno localmente ridotto la visibilità. Dal punto di vista termico non si sono invece avute grosse variazioni di rilievo, con valori nel complesso stabili o in lieve aumento compresi tra 11 e 18°C al Nord, tra 15 e 17°C al Centro e tra 14 e 22°C al Sud. 

L’autunno spinge sull’acceleratore
Se l'estate del 2013 è stata “old style” (con le tipiche condizioni degli anni ’80-’90, cioè caldo moderato e brezze), il peggioramento autunnale  avrà tutti i connotati “new style”. O meglio, delle stagioni autunnali dell’ultimo decennio, ben lontani dagli anni dominati dalle correnti atlantiche, che portavano le benefiche piogge a carattere costante ed a intervalli regolari.
Ultimamente l’Italia ha dovuto spesso contrastare eventi atmosferici estremi, causati probabilmente dal tanto temuto cambiamento climatico. La sempre più insistente presenza durante il periodo estivo dell’anticiclone africano, con anomalie termiche rilevanti, va a sottoporre un maggiore sovraccarico di energia in quell’enorme serbatoio ad ovest dell’Italia: il mar Mediterraneo. Il maggior potenziale disponibile, a contatto con le prime perturbazioni meglio strutturate, porta ad alimentare maggiormente i fenomeni meteorologici, esaltandone i peggiori difetti e trasformandoli spesso in eventi catastrofici. 

Attesi nubifragi
Pertanto il rischio è molto alto. Le preoccupazioni sono tante e le uniche speranze sono racchiuse nei modelli previsionali, auspicando un’eventuale controtendenza accreditando precipitazioni sempre abbondanti, ma in forma meno intensa. Tuttavia questo ritrattamento dei modelli tarda ad arrivare (o forse non arriverà proprio) e nelle ultime proiezioni vengono indicati probabili violenti nubifragi da Nord a Sud, per via dello sviluppo di grosse celle temporalesche. 

Il medio e lungo termine
E' per ora complicato tracciare una tendenza affidabile. Difatti in alcuni run d’inizio settimana si era intravisto un ritorno in scena del Vortice polare, ipotesi spazzata via da un ulteriore rinforzo della possente struttura anticiclonica sull'Europa centro settentrionale. L’alta pressione impedirà perciò qualsiasi tipo di affondo ciclonico, spostando tra l'altro il flusso perturbato atlantico verso il Portogallo.
Per l’Italia si apriranno due possibili strade: la prima spinge per un maggiore approfondimento della falla iberico – marocchina, capace di attivare una risposta dell'alta pressione africana sulla Penisola, mentre la seconda vede un ingresso più deciso dei fronti atlantici sul Mediterraneo, complice la palude barica lasciata dalla goccia fredda che porterà condizioni di maltempo nel prossimo fine settimana. Quest'ultima ipotesi determinerebbe condizioni di vivace variabilità, sintomo dell’arrivo dell'autunno.