Il cemento ruba terreno alle colture agricole e i campi non riescono a produrre cibo per tutti. E si riaffaccia con la crisi economica lo spettro della fame. Ecco lo scenario, apocalittico, descritto dai media in questi giorni. A dare il “La” due eventi, l'analisi Coldiretti sulle ansie dei consumatori e il convegno del ministero delle Politiche agricole sulla riduzione delle terre coltivabili. Iniziamo da “La Stampa” del 25 luglio che mette in evidenza i timori che alla crisi economica faccia seguito quella alimentare. E la colpa non è solo del vertiginoso aumento dei prezzi, ma anche del progressivo ridursi di terreni a disposizione delle coltivazioni. Tanto che in trenta anni, scrive “Il Sole 24 Ore”, si sono persi cinque milioni di ettari. E l'Italia, stando ai dati riportati da “La Stampa”, è al quinto posto nel mondo in quanto a deficit di terreni agricoli. Per questo motivo, si legge su “Italia Oggi”, dal ministero delle Politiche agricole è stato presentato un Ddl con il quale si vuole mettere un freno al “consumo” di terreni. In tema di terreni, molti quotidiani (Il Sole 24 Ore” del 21 luglio, “Libero” del 25 luglio) si sono poi occupati del ritardo nella cessione ai giovani agricoltori delle aree coltivabili di proprietà dello Stato. E infine il problema della redditività delle aziende agricole, che stando alle analisi di Inea hanno bilanci in rosso nel 48% dei casi, come si legge su “Avvenire” del 26 luglio.

 

Clima pazzo

Come se non bastasse il deficit agroalimentare da scarsità di terreni, ci si mette anche il clima a complicare le cose. Prima la siccità che a parere de “La Nuova Venezia” del 25 luglio ha tagliato i raccolti di mais del 70%, poi la grandine descritta dalla “Provincia Pavese” che flagella pesche e vigneti. E mentre caldo e secco compromettono il raccolto di pomodoro (“La Voce di Mantova”, 24 luglio), piogge e fortunali degli ultimi giorni lasciano dietro di sé danni per 500 milioni di euro (Il Messaggero, 24 luglio). C'è siccità anche negli Usa, scrive “Il Sole 24 ore” del 21 luglio, tanto da far temere per gli approvvigionamenti alimentari, ma è ancora “Il Sole 24 Ore” che il 25 luglio informa che le prime piogge cadute Oltreoceano stanno facendo scendere, finalmente, i prezzi di mais e soia.

 

Frodi e dintorni

Ancora una volta il settore agroalimentare deve fare i conti con le frodi e i comportamenti illeciti di taluni operatori. Scalpore ha suscitato la notizia apparsa su molti quotidiani del 20 luglio (“Avvenire”, “Libero”, e persino la “Gazzetta dello Sport”) che nel mantovano si nutrivano suini con i rifiuti. Ma probabilmente, scrive “Il Giorno” del 22 luglio, gli illeciti di questo caso sembrano riguardare più la burocrazia che l'alimentazione. Di una vera e propria frode si tratta invece per il traffico di agrofarmaci contraffatti del quale parla la “Tribuna di Treviso” il 21 luglio. Un traffico illecito scoperto dai Carabinieri, ai quali sono andati i complimenti di Agrofarma dalle pagine de “La Discussione”. E per mettere un freno alle contraffazioni in campo agroalimentare, la Camera introduce una raffica di norme antifalso. I dettagli si possono leggere su “Italia Oggi” del 26 luglio. Da segnalare infine l'articolo a firma Roberto Saviano che dalle pagine di “Repubblica” del 24 luglio racconta gli intrecci fra agroalimentare e criminalità organizzata.

 

Mercati e industrie

Uno sguardo ai mercati internazionali con “Avvenire” del 22 luglio che sottolinea il progressivo aumento dei prezzi di mais e soia che continuano a crescere senza sosta da almeno cinque settimane. Dalle pagine de “Il Giornale” del 22 luglio si apprende dell'ingresso della Russia nel Wto, dopo un'attesa di 18 anni. “Italia Oggi” del 24 luglio offre un interessante “vademecum” per chi intendesse sviluppare in Cina il proprio business agroalimentare. Non ha bisogno di suggerimenti il gruppo Parmacotto che, come si apprende da “Il Sole 24 Ore” del 22 luglio, ha aperto in questi giorni il suo secondo flagship store a Manhattan. Torniamo in Italia con la Centrale del latte di Genova che deve fare i conti con la decisione della multinazionale Lactalis di chiuderne le attività, come si legge sul “Secolo XIX” del 24 luglio.