L'Emilia continua a tremare e le ripetute scosse di assestamento non fanno che aggravare la situazione nelle zone colpite. Da un lato sono rallentate le operazioni di soccorso, monitoraggio e controllo e dall'altro abitazioni ed edifici storici vengono ulteriormente lesionati, ma anche ai fabbricati rurali: cascine, stalle, fienili, serre e magazzini di stoccaggio e lavorazione. Di conseguenza cresce ancora la stima dei danni all'agricoltura, e anche se le verifiche tecniche sono tutt'ora in corso, "è chiaro che la previsione iniziale di 200 milioni di euro è già ampiamente superata". Lo afferma la Cia - Confederazione italiana agricoltori.

Oltre ai danni alle strutture agricole, ci sono poi macchinari rotti, animali finiti sotto le macerie e produzioni pregiate colpite al cuore. "Con le 300 mila forme di Parmigiano reggiano andate perse per il crollo delle scalere - sottolinea la Cia - sono andati in fumo oltre 100 milioni di euro, a cui vanno aggiunte le 120 mila forme di Grana Padano ridotte in frantumi per un valore economico di almeno 35 milioni di euro. In più, nelle aziende della Bassa Modenese il rovesciamento delle botti ha causato la fuoriuscita di migliaia di litri di aceto balsamico tradizionale. E nella zona del Lambrusco diversi stabilimenti di produzione vinicola sono risultati danneggiati".

Tutto questo sta già provocando in molti casi problemi nella filiera, anche perché nei Comuni colpiti operano più di 10 mila aziende per circa 200-250 mila ettari coltivati o con allevamenti.

"Ora bisogna fare presto - commenta la Cia - Ci sono agricoltori che hanno perso tutto e la sospensione dell'Imu (oltretutto per fabbricati che sono stati rasi al suolo dal terremoto) e delle altre scadenze fiscali e previdenziali diventa un atto dovuto". La Cia fa sapere che nelle prossime ore deciderà "le iniziative opportune per venire incontro alle esigenze dei produttori agricoli, sviluppando azioni, anche di carattere solidaristico, per fronteggiare al meglio una situazione che oggi si presenta davvero critica".