Ha perso slancio il mercato del latte e si allontana la speranza di replicare i record del 2022.
Il prezzo del latte spot italiano si è fermato il 14 ottobre a quota 65 euro al quintale, lo 0,3% in meno rispetto alla settimana precedente.
Come evidenziato dalle analisi di Assolatte, riportate in sintesi nella tabella che segue, anche le provenienze da Francia e Germania hanno registrato ribassi, seppure modesti.
Resta invece assai elevato il dato tendenziale, ovvero il confronto con i prezzi registrati nello stesso periodo del 2023.
In particolare per il latte spot di provenienza nazionale le quotazioni sono oggi del 22,6% più elevate rispetto a un anno fa.
Peraltro in questo periodo dell'anno le curve di mercato tendono verso il basso, dunque il prezzo sta seguendo il normale trend di questa stagione.
I prezzi in Europa…
Anche le rilevazioni della Commissione Europea, sebbene le più recenti siano riferite al mese di agosto, evidenziano la forza del mercato del latte, con aumenti del 2% e anche oltre per il burro.
Sul calo del latte in polvere intervengono più fattori e in particolare la flessione della domanda cinese (meno 36% nei primi sei mesi del 2024).
Significativo l'aumento del Cheddar, formaggio di riferimento negli scambi internazionali.
… e nel mondo
Conferme delle tendenze registrate in Europa arrivano dai principali protagonisti del mercato del latte, Stati Uniti e Oceania.
In questo caso non sono medie, ma dati puntuali riferiti al 13 ottobre.
Come evidenzia la tabella che segue, si confermano le flessioni sul latte in polvere mentre salgono le tensioni sul Cheddar, che perde importanti posizioni sui mercati Usa per guadagnarne sui mercati europei e dell'Oceania.
Quanto latte c'è
Per comprendere le tendenze del mercato del latte nel tentativo, non facile, di anticiparne l'evoluzione, è fondamentale monitorare l'andamento della produzione di latte a livello mondiale.
In Europa si registra un modesto aumento, lo 0,5% in più, assorbito per una quota importante dalla produzione di latte condensato (+8,6%), di formaggi (+3%) e di prodotti fermentati (+4,1%), come lo yogurt.
Diversificata la situazione produttiva in Oceania con un forte aumento in Nuova Zelanda e Australia, come si nota dal grafico seguente.
Modesta flessione invece per la produzione statunitense.
Opposte tendenze che coincidono con il differente andamento del Cheddar, visto in precedenza, su questi due grandi mercati.
Il latte in Italia
In Italia le consegne di latte sono in aumento di quasi due punti percentuali.
Come riportato nel grafico che segue, elaborato da Assolatte, nei primi sette mesi dell'anno la produzione ha raggiunto quota 7,944 milioni di tonnellate, oltre 140mila tonnellate in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Un aumento della produzione può essere motivo di preoccupazione per la tenuta del prezzo del latte, tanto più che il consumo di latte fresco continua a mostrare segni di cedimento.
Andamento delle consegne di latte in Italia negli ultimi tre anni
(Fonte: Assolatte)
Il mercato caseario
In Italia la maggior parte del latte prodotto viene tuttavia assorbita dalla trasformazione in formaggi, prodotto che continua a raccogliere l'apprezzamento dei consumatori.
La conferma arriva dai prezzi di alcuni prodotti a marchio di origine, come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano.
Positivo l'andamento di questi due formaggi, come si evince dalle analisi di mercato di Ismea.
Per il Parmigiano Reggiano di 12 mesi le quotazioni sono in continua crescita dai primi mesi dell'anno e in queste ultime settimane hanno registrato nuovi record.
Per il Grana Padano la situazione non è dissimile, pur se con una crescita meno accentuata, ma in presenza di una forte stabilità.
Come dettagliato nella tabella che segue, il burro sembra aver esaurito la corsa record che ha portato i prezzi più in alto di oltre il 125% rispetto a un anno fa.
Le quotazioni sono ora stabili e non mostrano segni di cedimento.