L'anticiclone non subirà modifiche strutturali sostanziali: le vere perturbazioni atlantiche si manterranno lontane dalla penisola italiana. Situazione critica in particolare per le regioni settentrionali, che assieme con la Toscana, attraversano una fase di vera penuria precipitativa. Anche se al momento non è prevista nessuna perturbazione 'organizzata', alcune aree italiane potranno beneficiare di locali fenomeni da instabilità, tipici di un periodo di transizione, durante il fine settimana.


Il punto

Ultime piogge tra basso Piemonte e Liguria, nebbie sui litorali adriatici. Nel corso delle ultime ore il vasto campo di alta pressione denominato “Harry” si è ulteriormente rinforzato, sbocciando con valori barici oltre i 1040 hPa sull'Europa centrale, tra Germania e Repubblica Ceca. Ne consegue un ulteriore consolidamento del bel tempo sull’Italia, che rimane però condizionata anche dalla circolazione depressionaria sulla Spagna.

In un contesto generale di cieli sereni o poco nuvolosi, il tempo risulta stabile su gran parte della Penisola, fatta eccezione per addensamenti più consistenti tra pedemontana piemontese, Alpi marittime, basso alessandrino ed zone interne della Liguria. Qui nelle ultime ore si sono verificate deboli piogge, con accumuli generalmente modesti. Da segnalare inoltre la momentanea presenza di nubi basse e nebbie tra coste abruzzesi, Molise e Puglia.
L’approssimarsi della circolazione depressionaria iberica sta favorendo un ventilazione settentrionale sostenuta sul ponente ligure e sulla Sardegna occidentale, con raffiche fino a 40 km/h. Venti deboli altrove.

Dal punto di vista termico, sono state registrate minime di 2° a L'Aquila, 5° a Piacenza e Firenze; tra le città più miti, Capri con 15° e Termoli con 12°.

Analisi dei modelli

Solo pochi giorni fa sembrava potersi concretizzare un brusco ritorno del freddo per gli inizi della nuova settimana, ma invece le ultime elaborazioni dei modelli previsionali hanno cancellato quasi completamente quest'ipotesi: l'irruzione artica avverrà, ma si limiterà ad interessare l'Europa orientale e solo marginalmente l'Italia. Il campo alto pressorio si manterrà infatti corposo sul centro Europa, con massimi barici tra le Isole Britanniche e la Germania. L'anticiclone non arretrerà più come previsto in precedenza, limitando lo spazio alla colata gelida sull'Italia e sul Mediterraneo centrale. L'aria fredda interesserà in un primo momento il bordo orientale e successivamente quello meridionale dell'anticiclone, arrivando a lambire solamente le regioni italiane, con effetti attenuati e senza determinare alcun turbamento sulle condizioni meteo.

La fase calda, che terrà compagnia anche nel week end (nonostante una lieve instabilità), lascerà quindi spazio ad una moderata flessione termica che riporterà i valori nei ranghi stagionali. Calo termico più sensibile sui versanti adriatici, mentre risulterà molto meno importante al nord, maggiormente protetto dalla cupola anticiclonica. Il calo sarà solo momentaneo, e l'alta pressione tornerà presto.

Evoluzione del quadro meteorologico

Poche novità all’orizzonte. Colpa della Nina? Difficile affermare con certezza, comunque la si guardi, l’attuale configurazione atmosferica è la stessa da mesi e mesi, pur con qualche temporanea variazione invernale.

L'alta pressione non vuole lasciare il Mediterraneo centrale e le perturbazioni atlantiche non hanno minime speranze di raggiungere l’areale italiano con le sue piogge.

Per la maggior parte d'Italia questi ultimi mesi sono stati sinonimo di siccità, tanto che il deficit idrico preoccupante, che s'aggrava col passare dei giorni, rischia di diventare drammatico. Scarse precipitazioni che vengono addizionate all'inquinamento atmosferico indotto dai lunghi periodi anticiclonici.

La goccia fredda Iberica. La sua presenza, la stessa che ha causato il peggioramento dei giorni scorsi sul nord Italia, sta provocando condizioni di forte instabilità con violenti temporali, grandinate e qualche alluvione lampo sulle regioni spagnole. Questa stessa goccia fredda verrà nuovamente agganciata dal nastro perturbato principale che la sospingerà nuovamente sull'Italia.
Si tratterà della classica instabilità primaverile: l’evoluzione è facilmente ipotizzabile. Giungerà aria fresca e instabile alle alte latitudini, che andrà ad impattare con quella ben più mite e stabile associata all'anticiclone. Le differenze tra le masse d’aria provocheranno un significativo incremento della nuvolosità ad evoluzione diurna alla quale si assoceranno frequenti acquazzoni anche a sfondo temporalesco.
Il benefico effetto delle gocce fredde: anche se le perturbazioni atlantiche non riusciranno a raggiungere la Penisola, i vari tentativi d’attacco sul fianco occidentale dell'alta pressione determineranno la formazione di piccoli nuclei ciclonici a ridosso della penisola iberica. Ipotesi plausibile in diversi modelli di previsione, ove tra l'altro indicano un successivo coinvolgimento delle nostre regioni. Le gocce fredde non sono legate ad un vero e proprio flusso perturbato che da ovest scivola verso est, ma hanno spesso una propria traiettoria. Per questo motivo, alcuni vortici potrebbero giungere da est; in questo caso, oltre all'instabilità, potrebbe innescarsi anche una significativa diminuzione termica, che riporterà i valori in norma stagionale.

Tendenza climatica
Il fine settimana sarà caratterizzato da una vivace variabilità. Verranno interessate maggiormente le aree interne e prossime ai rilievi, ma rovesci e temporali potranno sconfinare anche sulle vicine pianure e sulle coste circostanti. Grazie a elevati contrasti termici sono attese le prime grandinate di stagione e le temperature registreranno un calo laddove le nubi e i fenomeni saranno più intensi.
Il maltempo gradualmente si trasferirà al Sud, col supporto d'aria fresca proveniente dai quadranti orientali. Questa perturbazione sarà solo una breve parentesi, perché l'anticiclone riprenderà presto il soppravvento. L’alta pressione verrà però insidiata di tanto in tanto da qualche goccia fredda che riuscirà a penetrare dall’Atlantico, coinvolgendo dapprima la Penisola Iberica e in seguito l’Italia, condizionando il quadro meteorologico tra fine marzo e
i primi d'aprile. 
Come già scritto, l’assetto atmosferico sembra non voler minimamente cambiare, anche se nella prima decade d’aprile si scorge un’azione più convincente da parte delle perturbazioni atlantiche.

Al prossimo editoriale

L’anticiclone mostrerà qualche incertezza. I maggiori esperti in materia affidano a questi piccoli cenni un vero e proprio segno d’indebolimento generale, che potrà aprire la strada alla classica stagione primaverile, ovvero quella dominata dall'instabilità temporalesca e dalle perturbazioni atlantiche.