Come valorizzare la ricerca in ambito agricolo? Se n’è discusso a Bruxelles nel corso di una conferenza che, mercoledì 7 marzo, ha riunito esponenti politici comunitari, esperti scientifici e addetti ai lavori.

 

Ricerca agroalimentare - I fondi

Non ha dubbi il Commissario all’Agricoltura, Dacian Cioloş: “Per essere competitiva, l’agricoltura di domani dovrà essere sostenibile e innovativa”.

Sostenibilità e innovazione sono le parole chiave anche per la sua collega responsabile alla Ricerca, Máire Geoghegan-Quinn: “Le pressioni a livello globale sono preoccupanti – ha dichiarato partecipando al dibattito con un videomessaggio – ma sono anche delle sfide stimolanti, perché offrono un’opportunità per l’occupazione e per la crescita”. Insieme, i due membri della Commissione europea hanno già proposto di raddoppiare il budget per la ricerca in agricoltura nell’ambito delle prospettive finanziarie per il prossimo settennio, che dovranno essere discusse e approvate entro il 2013.
Un obiettivo ambizioso e ancora più indicativo se si considera che poche delle politiche comunitarie andranno incontro a un aumento della dotazione finanziaria.
Nel caso dei fondi per l’innovazione tecnologica e di prodotto applicata all’agroalimentare, si tratta di ben 4,7 miliardi di euro, a cui poi si aggiungono altri finanziamenti provenienti dal Consiglio europeo per la ricerca.

 

Gli obiettivi

Di fronte alle pressioni demografiche e all’aumento della domanda alimentare nel mondo, l’imperativo per la ricerca in questo settore è trovare soluzioni per accrescere l’offerta. “La risposta dovrebbe essere adeguare la superficie coltivata e aumentare la produttività – riassume Paolo De Castro, presidente della Comagri – riducendo però l’impatto ambientale e l’uso delle risorse naturali”.
Non solo. Come ricorda il Commissario Cioloş, si devono tenere in conto tutte le esigenze del settore: quelle quantitative, ma anche i fattori socioeconomici, in primis l’occupazione e la giusta ripartizione del valore del cibo tra chi produce e chi distribuisce e vende.

 

Il metodo e gli strumenti

Ma come può agire sulla ricerca per migliorare la produttività e la competitività dell’agricoltura europea? I partecipanti alla conferenza sono concordi: la chiave è nella collaborazione tra il mondo scientifico e quello di chi lavora la terra.
“Dobbiamo smettere di parlare di trasferimento delle conoscenze –
sostiene Anne Glover, consigliere scientifico per il collegio dei commissari europei – e usare invece la parola scambio”.
Scambio di informazioni, dunque, dal campo al laboratorio, perché si centrino i problemi a cui è più urgente trovare una soluzione, e ritorno, perché i risultati degli studi scientifici non restino solo sulla carta, ma trovino applicazione nella realtà. “Se non si condividono i prodotti della ricerca, è come non averla fatta” insiste Glover, chiarendo che ad oggi i dati circa l’applicazione dei risultati scientifici sono piuttosto insoddisfacenti.

La condivisione delle informazioni è al centro anche della recente proposta della Commissione europea di lanciare un partenariato per l’innovazione in ambito agricolo, come ricorda Dacian Cioloş, che immagina anche di sfruttare i mezzi di comunicazione creando Wikiagri, una versione specializzata dell’enciclopedia online Wikipedia.

Le aree verso cui indirizzare quegli oltre 4,5 miliardi di euro, comunque, verranno definite anche a partire dalle problematiche e dagli obiettivi e indicati 'dal basso', ovvero dagli addetti ai lavori. L’intenzione, come spiegato dal Commissario, è estendere la ricerca, che ora si occupa solo di alcuni tipi di agricoltura, a tutti i settori e le strutture di produzione.