Il progetto 'Rfid from Farm to Fork', co-finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito dell'ICT Policy Support Programme e coordinato dall'Università di Wolverhampton (UK), punta a incentivare l'utilizzo di tecnologie innovative - in particolare la tecnologia Rfid (Identificazione a Radio Frequenza) - per la tracciabilità di cibo e bevande nelle piccole e medie imprese.
La Radio-Frequency IDentification (Rfid) si basa su una tecnologia che permette di leggere senza fili un'informazione che 'viaggia' con il prodotto stesso, che quindi diventa veicolo di dati legati alla produzione, alla distribuzione e al territorio di provenienza.
L'Identificazione a Radio Frequenza (Rfid) consente di applicare al prodotto un'etichetta intelligente (tag) che, attraverso un'antenna, permette di leggere le informazioni relative ai prodotti, mentre le reti di sensori wireless vengono utilizzate per raccogliere informazioni pedoclimatiche (grado di umidità, temperatura, bagnatura fogliare, vento, irradiazione ed altri valori).
I prodotti possono quindi 'comunicare' la loro presenza in determinati punti della filiera ed essere associati alle condizioni ambientali presenti in quei punti, in modo da facilitare la loro identificazione, la tracciabilità dall'origine al consumatore, il controllo della qualità e la conseguente riduzione degli sprechi.
Partner del progetto sono istituti di ricerca e aziende con sedi in Regno Unito, Spagna, Slovenia, Belgio e Italia e attualmente sono due i progetti pilota attivi in Italia: in Veneto Treviso Tecnologia coordina una sperimentazione con il Consorzio cooperative pescatori del Polesine di Scardovari (Ro) e ha presentato il progetto alle case vinicole del Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg mentre in Basilicata l'Università del Salento segue la sperimentazione presso Vigne Mastrodomenico.
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