“Se questa riforma della Pac non ci piacerà, la cambieremo”. Così si era espresso il presidente della commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Paolo De Castro nei giorni precedenti la formalizzazione delle proposte della Commissione, presentate il 12 ottobre. E poiché quelle proposte non sono piaciute, il Parlamento Europeo mantiene la promessa fatta da De Castro e passa all'azione. Già è stato previsto per il 7 novembre un dibattito pubblico alla presenza dei ministri dell'Agricoltura dei singoli Stati membri. Ma in attesa di questa data la commissione Agricoltura del P.E. riunita a Strasburgo ha già aperto un confronto al quale ha partecipato il Commissario Dacian Ciolos per dire da subito cosa non va nelle proposte di riforma della Pac . Al primo posto la richiesta che le misure per il cosiddetto greening non si traducano in un ostacolo alla produzione sulle terre coltivabili.
I pareri
Secondo l'europarlamentare Peter Jahr, destinare il 7% del terreno coltivabile a fini puramente ecologici, rendendolo di fatto non produttivo, rappresenta un “mostro burocratico” ingestibile. E dello stesso parere si sono detti altri europarlamentari e fra questi Britta Reimers e Mairead McGuinness. Critiche accese alla proposta di sottrarre il 7% dei terreni coltivabili per destinarli al greening sono arrivate anche da Elisabeth Köstinger e Paolo Francesco Silvestris.
Si è poi discusso dei pagamenti diretti, che a parere di Ulrike Rodust dovrebbero essere legati a pratiche ambientali, purché le stesse siano gestibili dagli agricoltori e dunque abbiano carattere di praticità. Per una più equa distribuzione dei fondi si sono poi espressi i parlamentari polacchi Jarosław Kalinowski e Janusz Wojiechowski.
Le “grandi manovre” per aggiustare le proposte della riforma della Pac post 2013 stanno dunque entrando nel vivo e De Castro sta mantenendo gli impegni presi. Bene così.