Dopo gli annunci dei mesi scorsi, la Commissione europea ha presentato la sua Comunicazione per affrontare la complessa questione della volatilità dei prezzi sui mercati, non solo delle materie prime agricole.
Un documento che sottolinea la serietà del tema, come sanno bene gli agricoltori e gli allevatori che vedono salire o scendere i costi di produzione senza motivo apparente, ma non implica alcuna ipotesi operativa, se non quella di studiare meglio il rapporto tra finanza e economia reale, e di porre la questione sul tavolo del G20 (come sta per fare la Francia, il prossimo giugno) e degli altri organismi della governance economica globale.

Il testo, dal titolo 'Affrontare le sfide dei mercati delle commodities e delle materie prime' è stato presentato da tre commissari, Tajani per l'Industria, Barnier per il Mercato interno e Cioloş per l'Agricoltura.
Secondo i tre, una maggiore stabilità delle quotazioni delle materie prime passa per un incremento della trasparenza e del coordinamento delle informazioni tra traders, Stati, organismi internazionali.

Cioloş ha tenuto a ricordare la particolare vulnerabilità del settore agricolo a fronte della volatilità dei prezzi a livello globale. Per evitare nuove crisi alimentari, ha commentato il commissario Ue all'Agricoltura, bisogna intervenire in sede globale, presso il G20, la Fao o l'Organizzazione mondiale del commercio (Wto).

In riferimento al bando dell'export del grano praticato un modo unilaterale dalla Russia, in parte responsabile dell'aumento corrente dei prezzi dei cereali, Cioloş ha tenuto a precisare che la produzione e il consumo di cibo è faccenda "emozionale" e può scatenare "reazioni di riflesso" che non farebbero che "peggiorare la situazione di instabilità", e creare condizioni favorevoli alla speculazione.

Contrapponendo bando a bando, insomma, non si arriva da nessuna parte. Più proficuo, ha proseguito l'ex ministro rumeno, "costruire un dialogo" tra partners internazionali per rinforzare la catena dell'approvvigionamento alimentare e investire nella capacità di fare agricoltura, quindi di produrre cibo, in modo sostenibile.

Aldilà dei proclami dei mesi scorsi, insomma, anche l'Esecutivo Ue ammette che per risolvere il problema della volatilità dei prezzi sui mercati agricoli non c'è nessuna bacchetta magica.