"L'approvazione definitiva del Disegno di legge in materia di etichettatura alimentare in sede legislativa alla Commissione Agricoltura della Camera, prevista per il 18 gennaio, significa anche dare un deciso stop agli affari sporchi sui cibi della mafia e della camorra denunciati da Wikileaks, sui quali è comunque importante fare chiarezza". 

E' quanto afferma la Coldiretti in un comunicato commentando i nuovi dossier riguardanti l'Italia che emergono dagli archivi di Wikileaks.

In un dispaccio datato giugno 2008 del console americano a Napoli, Patrick Truhn, stando a quanto si apprende sul sito di Wikileaks, si legge che in Campania la Camorra fa affari con 'importazioni a basso costo', che vanno dalle mele cariche di pesticidi della Moldova al sale del Marocco infestato dall'escherichia coli e dai panifici dove si cucina il pane con materiali tossici fino alla mozzarella prodotta con il latte in polvere boliviano.

"Circa un terzo (33%) della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati, per un valore di 51 miliardi di euro di fatturato - ricorda la confederazione - deriva da materie prime importate, trasformate e vendute con il marchio made in Italy, in quanto la legislazione lo consente, nonostante in realtà esse possano provenire da qualsiasi punto del pianeta". 

L'ecomafia in agricoltura sviluppa un giro di affari di 7,5 miliardi di euro ed opera attraverso furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, pizzo, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, truffe nei confronti dell'unione europea e caporalato.