Il 26 maggio scorso presso la sede OPERA di Bruxelles si è svolto un meeting dedicato all’impatto della nuova Pac - Politica agricola comune sul mercato agroalimentare europeo.
Già in aprile era stata organizzata una prima tavola rotonda sull’argomento che aveva coinvolto i principali stakeholders interessati alla tematica.

In questo primo incontro erano state rilevate le principali criticità della filiera ed era stato concluso che la multifunzionalità, la ricerca e l’innovazione sono i fattori chiave sui quali lavorare per rafforzare la competitività del settore agricolo sul mercato internazionale. Era emerso che, molti fattori, tra cui i bassi costi produttivi, hanno consentito finora ai Paesi Terzi di affermarsi velocemente sui mercati comunitari ed internazionali, promuovendo in questo modo il proprio sviluppo e gli ammodernamenti strutturali dei sistemi produttivi interni; inoltre, tali Paesi non agiscono seguendo gli standards o le regole imposte all’interno della Comunità per i produttori europei, quindi le condizioni che ancora oggi regolano l’accesso al mercato hanno generato importanti disparità commerciali tra distributori europei e stranieri.

Il dibattito ha aperto ulteriori riflessioni e quesiti, ad esempio in merito alla necessità di creare un meccanismo che induca i produttori esteri a rispettare gli standards europei, ci si è chiesti quale sia il bilancio tra vantaggi ed oneri a carico dei produttori europei che adempiono regolarmente queste regole, se sia sostenibile il sistema con cui finora sono stati definiti gli 'shelf prices', i prezzi finali dei prodotti al consumatore, se i pagamenti economici forniti grazie alla Pac siano sufficienti a risarcire la differenza tra guadagni e costi sostenuti dai produttori, ed infine se un accordo Wto possa rispondere a queste criticità.

Il dibattito
Questi argomenti, complementari alla discussione di Aprile, sono stati trattati nella seconda tavola rotonda intitolata 'Transparency of the food chain and market stability in the future Cap' e patrocinata dal Centro di ricerca OPERA che ha aperto la discussione.

Dal confronto è risultato che la fluttuazione dei prezzi, i costi produttivi più bassi nei Paesi Terzi e il sistema dei pagamenti Pac sono alcuni tra i punti deboli da rafforzare.

Le fluttuazioni dei prezzi sono in parte riconducibili alla regolazione della domanda e dell’offerta, differente a seconda degli standards adottati dalle singole autorità nazionali. Inoltre, in alcuni casi questi adempimenti non comportano alcun vantaggio reale, né alcuna esternalità positiva, inclusi eventuali benefici per i consumatori, piuttosto aggiungono ulteriori oneri e intralciano il regolare svolgimento delle attività aziendali.

Un'altra criticità è che il prezzo finale di un prodotto è diventato nel tempo sempre più legato a quello dell’energia, dei trasporti e di altri fattori di filiera e meno a quello delle materie prime, le cui variazioni di costo spiegano perciò solo in parte il prezzo finale.
L’effetto di questi fenomeni è che l’andamento altalenante dei prezzi lima la competitività aziendale perché minaccia la sostenibilità degli investimenti desiderati o intrapresi, quindi monitorare le fluttuazioni dei prezzi è fondamentale per interpretare con chiarezza l’andamento dei mercati e intervenire per migliorarlo tempestivamente.

Nel corso del dibattito sono stati considerati altri problemi della catena agro-alimentare relativi alla concentrazione del potere di acquisto e alla bassa capacità contrattuale dei produttori agricoli.
E' emerso che realizzare nuove forme di associazione tra produttori e soprattutto tra questi e gli intermediari presenti lungo la filiera alimentare (di solito dai 5 ai 10 soggetti) potrebbe potenziare la capacità di contrattazione degli agricoltori rispetto alle grandi catene distributive, inoltre, ciò permetterebbe di gestire meglio eventuali rapidi cambiamenti del mercato attutendone gli effetti. Esistono differenti modalità di concertazione e associazione tra gli operatori del settore che consentirebbero l’acquisizione di una posizione più forte e la Pac dovrebbe promuoverle.
Allo scopo potrebbe fornire indicazioni o linee guida per delle buone pratiche commerciali in modo che la distribuzione dei profitti tra gli intermediari della filiera sia equilibrata.

Commenti finali
L’andamento dei mercati e dei prezzi è il risultato di più elementi. Il dialogo e la collaborazione tra gli intermediari della filiera, i sistemi assicurativi, l’innovazione tecnologica e il corretto funzionamento dei meccanismi commerciali sono solo alcuni fattori in grado di stabilizzare il mercato e che la nuova PAC dovrebbe considerare.

La futura strategia politica dovrebbe creare meccanismi economici flessibili ovvero tali da garantire una rapida reazione in caso di eccezionali condizioni di mercato, inoltre, quest’ultimo chiede regole più chiare per promuovere la competitività, un maggiore potere di contrattazione e strumenti per incentivare il dialogo fra gli operatori della filiera.

Tratto dal testo 'Transparency of the food chain and market stability in the future Cap' outcome of the 2nd Roundtable on Cap

A cura di Erica Màttera, corrispondente italiano per OPERA European Observatory on Pesticide and Risk Analysis Research Centre of Università Cattolica del Sacro Cuore

 

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