Difficile trovare un punto di intesa sugli Ogm. Da una parte Coldiretti e Cia fortemente contrarie, dall'altra Confagricoltura, in qualche misura possibilista. Le prime due schierate con la maggior parte dei consumatori (spaventati e disinformati), l'altra allineata con scienziati e ricercatori, che in molte occasioni hanno ribadito come l'impiego di Ogm sia privo di pericoli. Che il dialogo fra le opposte fazioni sia difficile (se non impossibile) è emerso anche nel corso delle audizioni promosse dalla Commissione Agricoltura del Senato nell'ambito dell'indagine conoscitiva sugli Ogm in agricoltura. Sono state invitate ad esprimere sull'argomento le proprie considerazioni le principali Organizzazioni professionali (Coldiretti,Confagricoltura, Cia e Copagri), che non hanno perso l'occasione per ribadire le proprie posizioni e i propri “distinguo”. Per Coldiretti il no agli Ogm è allineato alle aspettative dei consumatori , che secondo un sondaggio Swg sono contrari agli Ogm. Sarebbe interessante conoscere anche il parere degli agricoltori, oltre a quello dei consumatori.

 

Una giornata di studio

Mentre il no di Copagri si trincera dietro all'incontestabile principio di precauzione, Cia ribadisce il suo no agli Ogm che giudica nemici della qualità e pericoloso ponte verso l'omologazione del gusto, che tanto attira le multinazionali dell'agroalimentare. Posizioni che si contrappongono a quelle esposte da Confagricoltura all'audizione in Senato. La richiesta è stata infatti quella di ammettere una coesistenza fra colture tradizionali e colture Ogm che consenta la sperimentazione in pieno campo. Un tema, questo della ricerca e della sperimentazione, che Confagricoltura ha ripreso e approfondito con una giornata di studio intitolata “Scienza e Agricoltura”, che si è svolta il 15 luglio. Punto di partenza dei lavori la constatazione che la ricerca e l'innovazione hanno consentito alla nostra agricoltura di mantenere e persino aumentare i livelli produttivi, nonostante il ridursi delle superfici disponibili per le coltivazioni e il contrarsi degli allevamenti in attività. La scienza, dunque, come elemento chiave per la crescita anche nel settore agricolo e per dibattere le implicazioni economiche, sociali ed etiche di questo percorso sono stati invitati alla giornata di studio di Confagricoltura docenti di economia, genetisti di fama internazionale, climatologi esperti in impatto ambientale, legali con provata esperienza sul diritto di proprietà e brevetti ed anche teologi, perché gli aspetti etici dei cambiamenti indotti dalla scienza vanno “misurati” anche sotto questo profilo.

 

Ricerca, motore di sviluppo

Un dibattito intenso e serrato che pur senza essere finalizzato al tema degli Ogm, ha contribuito a rafforzare le tesi sostenute da Confagricoltura anche su questo argomento. Ricordando i tanti errori commessi partendo da tesi preconcette e scelte indotte da inutili allarmismi (una per tutte, la paventata glaciazione del Pianeta prevista negli anni '70), la giornata di studio ha ribadito la necessità di creare le premesse affinché la ricerca possa continuare a contribuire alla crescita del settore. “Non bisogna smettere di puntare sulla ricerca in agricoltura – ha ricordato il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni – soprattutto nell’attuale scenario di una competizione aggressiva, dove il reddito dipende sempre più dalla capacità di conquistare e mantenere quote di mercato. Questo per contribuire a migliorare i risultati del settore e nell’interesse del Paese”. Un non celato invito, pertanto, a guardare agli Ogm senza la lente deformante delle tesi preconcette e dell'allarmismo ad ogni costo che tanto va di moda. Magari superando le divisioni che anche su questo argomento tormentano il mondo agricolo.