Il crollo dei prezzi praticati sui campi (meno 11,4% a marzo e meno 11% ad aprile) hanno avuto un contributo rilevante a frenare la corsa dei listini sugli scaffali (più 2,7%). Ovviamente, ci si attendeva una maggiore diminuzione al dettaglio, anche se i prodotti alimentari sono cresciuti in misura decisamente minore rispetto ad un anno fa.
E’ quanto evidenzia la Cia a commento dei dati definitivi dell’Istat sull’inflazione ad aprile. La Cia ricorda che per l’intero 2008 i prezzi agricoli all’origine avevano registrato un consistente deciso calo, che ha toccato anche flessioni record, come per il grano duro (circa 50% in meno rispetto al 2007). E questo trend al ribasso è proseguito anche nel primo quadrimestre del 2009.
Anche in tale periodo si sono avute pesanti diminuzioni per i cereali (meno 46%), per i vini (meno 25%), per l’olio d’oliva (meno 24%), per la frutta (meno 13%), per il latte e i suoi derivati (meno 10%), per i suini (meno 9%). Un eguale andamento non si è, comunque, avuto nei vari passaggi della filiera e, quindi, i prodotti alimentari non hanno registrato, al dettaglio, la tanto attesa diminuzione.
Si hanno, tuttavia, correzioni al ribasso che lasciano ben sperare. Per questo motivo la Cia riafferma sia l’esigenza di rapporti più stretti ed intese di filiera, sia l’importanza di una maggiore trasparenza nei processi di formazione dei prezzi lungo i vari passaggi dal campo alla tavola, proprio per individuare rincari artificiosi e ingiustificati e manovre speculative. In tale contesto, il 'doppio prezzo' (origine e dettaglio) può rappresentare uno strumento di grande valore e di chiarezza nei confronti dei consumatori.