Nel 2018 aveva fatto notizia che la cooperativa Arborea, che riunisce allevatori sardi dell'area di Oristano, aveva investito nell'acquisto di una dozzina di robot di mungitura da inserire negli allevamenti per ottimizzare il lavoro in azienda e rendere la produzione di latte più efficiente e a misura di animale. Oggi la stessa Arborea partecipa ad un Gruppo operativo, finanziato dalla misura 16.2 del Psr sardo, che ha come obiettivo quello di rendere 4.0 la gestione dei campi che producono foraggio per le vacche.

Caddy (Controllo aziendale digitale), questo il nome del progetto, utilizza le immagini satellitari e la sensoristica di campo per monitorare in maniera costante i principali parametri relativi alle colture al fine di ottimizzare la sostenibilità economica, produttiva e ambientale delle aziende.

A far parte del progetto ci sono, oltre alla cooperativa Arborea, anche le startup Spiva Srl e Birdi Srl, nonché l'Università di Sassari (responsabile scientifico). "Il progetto si basa sull'impiego di tecnologie di telerilevamento satellitare e di sensori IoT al suolo finalizzato alla gestione idrica delle aziende agricole aderenti alla cooperativa", racconta Vittorio Addis, fondatore di Spiva Srl, startup tecnologica che opera nel campo della cartografia, del Gis e dei Servizi informativi territoriali.

Dai dati multispettrali provenienti dal satellite sarà così possibile conoscere lo stato di salute delle colture, in tutto 400 ettari, e consigliare l'agricoltore su come gestire al meglio i campi per ottimizzare le produzioni e ridurre l'impronta ambientale. L'obiettivo, d'altronde, è sempre quello di ottenere il massimo dalla terra avendo il minimo impatto sull'ambiente e sulle persone che lo vivono.


Non solo latte

L'azienda Spiva Srl, insieme allo spinoff Birdi e ad altre quattro startup, tutte sarde, ha dato vita a sette partenariati per l'innovazione che hanno lanciato altrettanti progetti nel campo dell'agricoltura 4.0. Progetti che sono stati presentati per finanziamento in regione e che ora aspettano di vedere se saranno meritevoli di fondi pubblici.

"In ogni caso noi siamo partiti con risorse proprie", ci tiene a sottolineare Addis. "Il progetto Caddy è stato scritto ben tre anni fa, ma nel frattempo non siamo stati fermi e abbiamo dato vita a nuovi progetti nel campo della frutticoltura, della viticoltura, della cerealicoltura, della tracciabilità blockchain e dell'olivicoltura. Il tutto per 3,5 milioni di euro potenziali di investimento sul territorio".