Non si arresta a novembre la corsa dei prezzi dei suini da macello.
A trainarne la crescita - come già approfondito da AgroNotizie - è la forte domanda di prodotti suinicoli che la Cina sta attuando sui mercati internazionali per compensare la crisi interna causata da una grave epidemia di peste suina africana.

Risulta così in forte crescita, anche a novembre, la redditività degli allevatori di suini italiani, che ha toccato nuovi livelli record.
E' quanto emerge dalle analisi del Crefis, il Centro di ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza, diretto da Gabriele Canali.

Entrando nei dettagli, la redditività degli allevamenti ha registrato una variazione pari a +2,9% su base congiunturale (cioè nei confronti di ottobre) e +27,9% in termini tendenziali (cioè nei confronti di novembre 2018).


I prezzi

Venendo alle quotazioni, il suino pesante da macello avviato al circuito tutelato ha segnato a novembre 1,788 euro/kg, vale dire il 3,1% in più su ottobre e il 25,1% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
Discorso analogo per i capi pesanti destinati a prodotti generici, che a novembre hanno quotato 1,692 euro/kg, ovvero +3,2% su base congiunturale e +30% su base tendenziale.

In ascesa, sempre a novembre anche i prezzi dei suini da allevamento; in particolare la tipologia "30 kg" ha quotato 2,680 euro/kg, ovvero +4,1% rispetto a ottobre e +19,9% rispetto al 2019.
 

Macelli in profondo rosso

Anche a novembre, la dinamica rialzista del mercato dei suini ha impattato negativamente sull'industria della macellazione suina.
In questo caso l'indice Crefis di redditività segna un -5,2% in termini congiunturali, toccando cosi il dato più basso da quando l’indice è stato ricalcolato (gennaio 2017) e -13,2% in termini tendenziali.

Oltre all'ascesa dei costi per l'approvvigionamento delle cosce, a pesare è la dinamica negativa dei lombi freschi.
Prendendo come riferimento il "taglio Padova", il prezzo a novembre è sceso a 3,738 euro/kg, con un calo 7,3% su ottobre; anche se si segnala un consistente aumento in termini tendenziali (+13,6%).

Positivo invece il mercato a novembre delle cosce fresche.
A cominciare da quelle pesanti destinate al circuito tutelato che hanno quotato 4,390 euro/kg (+1,2% su ottobre e +3% su novembre 2019), sia per quelle indirizzate a produzioni generiche, il cui prezzo è arrivato a 3,850 euro/kg (+1,6% e +9,2% le variazioni congiunturale e tendenziale).
 

Prosciutti salvi (per il momento)

Come i macellatori, anche gli stagionatori di prosciutti stanno soffrendo l'incremento dei prezzi dovuto alla forte domanda cinese.
Ma è una situazione che non riguarda la redditività dei prosciutti già oggi stagionati e messi in queste settimane sul mercato, in quanto questo prodotto deriva da cosce acquistate dodici mesi prima, quando "l'effetto Cina" non era iniziato.

Ecco che allora, a novembre, la redditività della stagionatura di prosciutti pesanti Dop mostra variazioni positive: sia in termini congiunturali (+7,2%) che tendenziali (+10,3%). Sale, in modo più contenuto, anche la redditività dei prosciutti generici (+0,5% su ottobre).

Da sottolineare che rimane in terreno negativo (-2,6%) il differenziale di redditività tra produzioni tutelate e non tutelate.
Stabile, come accennato, il mercato del Prosciutto di Parma pesante, quotato a novembre a 8,000 euro/kg; un livello di prezzo peraltro non elevato, se il confronto con il 2018 segna -13,1%.

Salgono invece i prezzi dei prosciutti generici, che nella tipologia pesante raggiungono 6,113 euro/kg, in crescita dell'1,9% rispetto a ottobre; anche in questo caso, la variazione tendenziale è però negativa: -5,2%.