I motivi sono da ricondurre all'espandersi della peste suina africana in Cina, che ha costretto all'abbattimento di migliaia di capi, come già anticipato da AgroNotizie.
L'approvvigionamento di queste carni sul mercato interno è così divenuto insufficiente, costringendo ad aumentare l'import per soddisfare la domanda dei consumatori cinesi.
Numeri importanti che hanno dato una scossa ai mercati mondiali, con una impennata dei prezzi che ha coinvolto anche la suinicoltura europea, dove a metà settembre i prezzi del macellato sono giunti a 183,4 euro al quintale, con un aumento del 23,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
I big della suinicoltura
Quanto sia importante il peso della suinicoltura cinese a livello mondiale lo dicono i numeri della produzione di carni suine.Pechino figura al primo posto, con quantitativi di oltre due volte quelli dell'intera Unione europea, che pure occupa il secondo posto fra i "big" del settore, con oltre 23 milioni di tonnellate prodotte.
Export in aumento
La maggior richiesta cinese di carni suine sui mercati internazionali ha così aumentato in misura sensibile le esportazioni europee che hanno superato abbondantemente il milione di tonnellate, con incrementi di quasi il 45%.In negativo però i numeri relativi alle altre destinazioni, dove spicca il calo a doppia cifra delle esportazioni europee verso gli Usa.
Le carni bovine
La spinta dei prezzi delle carni suine sembra aver ridato fiato anche alle carni bovine, che dopo le flessioni di inizio estate hanno ripreso quota, seppur timidamente e in modo altalenante.I dati relativi al prezzo medio nella Ue a inizio settembre collocano a 354,1 euro le quotazioni dei bovini macellati, con un aumento vicino all'1% rispetto al mese precedente.
Resta tuttavia pesante il divario con i prezzi dello stesso periodo dell'anno precedente, ben oltre il 4% e comunque al di sotto dei prezzi degli ultimi tre anni.
Bovini, produzione in calo
L'andamento della produzione di carni bovine nei premi sei mesi del 2019 riflette l'andamento dei prezzi, con una decisa interruzione in giugno del trend di crescita segnato ad aprile e maggioSe confermato anche nei successivi mesi, potrebbe essere di aiuto alla ripresa dei prezzi, atteso per l'ultimo periodo dell'anno.
I bovini in Italia
Analogo l'andamento del mercato italiano, che dopo la crescita dei primi mesi del 2019, ora è in una fase di flessione che porta i prezzi sotto i livelli raggiunti lo scorso anno, come evidenzia l'indice calcolato da Ismea per questo comparto.Avicoli con il segno più
Numeri positivi per il settore avicolo che nell'Unione europea continua a recuperare, pur mantenendosi sotto ai prezzi registrati nello stesso periodo del 2018.Il prezzo medio dei broiler, tipologia presa come riferimento per il settore ha raggiunto quota 188,82 euro al quintale, con un aumento dello 0,3% rispetto al mese precedente e con uno scostamento negativo dello 0,6% rispetto allo scorso anno.
E' interessante notare come il prezzo di questa tipologia di carni avicole riesca a mantenere prezzi relativamente stabili, contrariamente a quanto accade in altri paesi grandi produttori, come evidenzia il grafico che segue.
L'avicoltura in Italia
Tutta con il segno più la situazione dell'avicoltura italiana che continua a segnare aumenti che in alcuni casi superano il 20% rispetto a un anno fa.E' il caso dei polli che sulla piazza di Forlì-Cesena, una fra le più importanti per questo settore, ha raggiunto in agosto quota 1,18 euro al chilo, con un aumento del 22,5% rispetto all'anno precedente.
E' quanto emerge dalla tabella che segue, elaborata dal Crefis, il centro di ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza, diretto da Gabriele Canali.
Un aiuto può venire dall'esame delle tendenze in atto. Ma occorre conoscere i "numeri della carne" e in tempi di mercati globali lo sguardo deve allargarsi a livello internazionale.
Le fonti non mancano e AgroNotizie le raccoglie per dare ai lettori gli strumenti per orientarsi.