AgroNotizie lo apprende da Marcello Di Franco, vicepresidente dell’Ordine dei Veterinari di Caserta e sindacalista Sivemp - Fvm. La conseguenza dello stato di agitazione sarà che presto inizieranno a scadere i certificati di stalla indenne, con ricadute economiche negative rilevanti, prima per i singoli allevatori e poi, nel tempo, per l’intera filiera.
Oggi, in un’ultima riunione tenutasi all’Asl di Caserta, nell’ufficio del Coordinatore Area Veterinaria della Asl di Caserta, Pasquale Campanile Castaldo, si è tentato di evitare il peggio, ma da domani, come detto, esaurite le ultime ore di straordinario pagabili ai veterinari, i professionisti torneranno a lavorare solo 18 ore al giorno, sospendendo di fatto la profilassi di Stato. E tutto questo perché sembrerebbero non esservi fondi a sufficienza per pagare ai veterinari pubblici stipendi da 30 ore lavorative settimanali in regime di contratto ordinario.
L’aspetto forse più kafkiano della vicenda è che dal 22 maggio scorso esiste una delibera del direttore generale della Asl di Caserta, la numero 761, che individua le risorse per pagare le 12 ore settimanali di lavoro ulteriori degli 89 veterinari della Asl in regime di contratto strutturato. Ma il commissario straordinario della Asl, Gaetano Danzi, non vi ha dato sino ad oggi esecuzione, per motivi che restano da chiarire.
“La mole di lavoro per garantire la profilassi di Stato nelle province non indenni è elevata – spiega Marcello Di Franco, che ricorda - tutti gli allevamenti, in provincia sono oltre 3000, vanno visitati tre volte l’anno per il rilascio del certificato di stalla indenne, necessario per poter vendere latte e prodotti zootecnici. Mentre in caso di aziende ove si riscontrino casi di Tbc o Brc i prelievi vanno effettuati ogni 21 giorni”.
Fino al 4 luglio gli 89 medici veterinari specialisti ambulatoriali hanno assicurato il servizio di profilassi di Stato con il ricorso, da parte della Asl di Caserta, al pagamento in regime di straordinario, di ben 12 ore alla settimana. A tale regime – per altro – la Asl di Caserta non può più ricorrere, perché in tal senso si è pronunciato l’assessorato regionale alla Sanità.
Sullo sfondo di questa vicenda, che minaccia di colpire al cuore la zootecnia casertana, vi è l’Ordinanza del ministero della Salute del 28 maggio scorso, dove si raccomanda ai direttori delle Asl di conseguire nel più breve tempo possibile il risultato del 100% dei controlli da effettuare nelle provincie non indenni e la riduzione annua delle infezione di almeno il 10%.