Sono questi alcuni dei numeri che l’Izs - Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna ha fatto registrare nella ricerca che rientra tra i suoi compiti istituzionali.
I dati, che mettono in luce quanto il settore trovi spazio all’interno dell’ente sassarese di via Duca degli Abruzzi e ricopra un ruolo strategico nella sanità pubblica, sono stati presentati questa mattina nell’auditorium della Promocamera di Sassari, a Predda Niedda, alla presenza del direttore generale Antonello Usai, del direttore sanitario Paola Nicolussi, del direttore amministrativo Giorgio Tidore e del presidente del Cda dell’ente Giovanni Carboni.
"Questa giornata rappresenta un atto dovuto nei confronti degli operatori del Servizio sanitario nazionale e del territorio – ha detto il direttore generale Usai – e costituisce anche un momento di crescita per l’ente perché favorisce lo scambio di informazioni utili per poter progettare ricerche sempre più attuali e rispondenti alle reali esigenze di salute del territorio".
Gli specialisti dell'Istituto zooprofilattico sperimentale, tra il 2012 e 2013, hanno quindi focalizzato l'attenzione su argomenti quali la malattia di Schmallenberg, attraverso una analisi epidemiologica, clinico patologica e virologica nei focolai diagnosticati in Sardegna. Sono stati inoltre impegnati sulla documentazione delle caratteristiche di qualità e sicurezza dei prodotti alimentari della Sardegna; sulle indagini relative alla potenziale presenza di Ogm nella filiera biologica agricola in Sardegna; sulla realizzazione di un geo-portale nazionale a supporto delle attività veterinarie e, infine, sulla valutazione di efficacia e innocuità di un vaccino bivalente per la peste equina allestito con sierotipi 5 e 9.
Di finanziamenti hanno parlato Salvatorica Masala e Pierangela Campagnani, che hanno messo in evidenza come l’Izs Sardegna sia impegnato, nell’ambito di questo settore, nella ricerca finalizzata allo studio di problematiche generali e nella ricerca corrente più correlata alle tematiche territoriali.
"Proprio in quest’ultimo campo – hanno fatto notare le due dirigenti – l’ente, tra il 2009 e 2013, ha ottenuto la quota più elevata di finanziamenti, quasi 4 milioni di euro, mentre nella ricerca finalizzata ha ricevuto fondi per oltre un milione di euro. Si tratta per la maggior parte di finanziamenti del ministero della Salute e, a seguire, di fondi derivanti da progetti europei o da altri progetti e in parte anche dalla Regione".
Tra il 2009 e il 2013 l’Izs, nell’ambito della ricerca corrente, ha guidato come capofila ben 36 progetti di ricerca e ha svolto il ruolo di unità operativa in altri 27.
Nella ricerca finalizzata, invece, è stato capofila in un progetto di ricerca e ha “giocato” da unità operativa in 9 ricerche. A queste si aggiungono i sei progetti nell’ambito della ricerca regionale di base, uno in quella finalizzata regionale e 15 attività ricomprese tra progetti europei e altri progetti.
A questi, per lo stesso periodo, si aggiungono le numerosissime pubblicazioni, oltre 300, apparse sulle più prestigiose riviste scientifiche di settore.
Infine a giugno del 2014, l’Istituto zooprofilattico sperimentale è impegnato in 26 progetti di ricerca corrente (tra ruolo di capofila e unità operativa), in 5 progetti (tra ruolo di capofila e unità operativa) nella ricerca finalizzata, quindi in 2 nella ricerca regionale di base, in 4 tra progetti europei e di altra natura.
Nel settore della ricerca, in questi anni, sono stati impegnati a rotazione circa duecento esperti, tra dipendenti e borsisti interamente dedicati alla ricerca.
Hanno quindi fatto seguito otto relazioni tecniche, incentrate sui progetti di ricerca chiusi nel 2013 e che hanno visto gli esperti dell’Izs Sardegna impegnati nello studio delle malattie degli animali da reddito e selvatici, nell’analisi delle acque del lago Alto Flumendosa per la presenza di cianotossine, sullo studio del rischio microbiologico e chimico nelle chiocciole del genere Helix e sulla sicurezza alimentare.
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