L'audizione ha consentito una posizione condivisa da tutte le organizzazioni agricole e della cooperazione agricola, riscontrando udienza e consenso anche della stessa Commissione su numerosi punti qualificanti, peraltro ripresi in molti interventi dei parlamentari. "In linea generale si condivide -afferma Agrinsieme- la sollecitazione a rinsaldare l’azione di controllo e a mantenere i cardini del disciplinare adottato, evitando di apportare modifiche che possono danneggiare la qualità e l’immagine del prodotto".
In secondo luogo, e più specificamente, si conferma il divieto dell’uso del latte congelato e il mantenimento della norma sulla separazione degli stabilimenti che lavorano latte per mozzarella di bufala campana da quelli che lavorano latte non della filiera certificata. "Con il chiarimento che -sottolinea Agrinsieme- il caseificio che lavora esclusivamente latte certificato, può evidentemente produrre anche sottoprodotti, come la ricotta o altre pezzature".
In terzo luogo si sollecita la piena tracciabilità di tutta la filiera, dall’identificazione delle bufale alla rilevazione delle quantità prodotte, alla movimentazione e lavorazione del latte, così come condiviso dalla Regione Campania e da tutte le Associazioni di settore.
Agrinsieme ribadisce, pertanto, la sua opposizione e apprezza che molti parlamentari si siano espressi in questa direzione riguardo le richieste del Consorzio di tutela della denominazione, riportate anche in sede di Commissione parlamentare in una precedente audizione. Tali proposte rischiano, d’altronde, di creare problemi ai controlli e danno di immagine per il prodotto.
"Infine, è da valutare positivamente - conclude Agrinsieme - la costante attenzione delle istituzioni e delle forze sociali a sostegno di una produzione di assoluta eccellenza del territorio di origine, ma anche dell’intero panorama della qualità alimentare nazionale, considerato che si tratta della Dop italiana al quarto posto per quantità commercializzata".
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Fonte: Agrinsieme