L’attività investigativa, durata due anni con il coinvolgimento di 250 uomini, ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati 65 persone fra allevatori, veterinari, grossisti e farmacisti, oltre 17.100 confezioni di farmaci veterinari sequestrati, per un valore di 2,5 milioni di euro.
“Anche oggi abbiamo avuto un incontro col procuratore della Repubblica di Mantova, Antonino Condorelli – dichiara il colonnello Alberto Ricci, 53 anni, comandante del Corpo forestale dello Stato di Mantova – perché l’inchiesta è particolarmente complessa e stiamo ancora vagliando una montagna di documenti”.
Sotto la lente, in particolare, finiranno alcuni aspetti oggetto di approfondimento, dall’utilizzo dei farmaci ai percorsi degli stessi da monte fino alle imprese agro-zootecniche, “per verificare l’effettivo impiego e controllare se siano approdati anche sui banchi della distribuzione per il consumo umano”, spiega il colonnello Ricci, da tre anni alla guida della sezione provinciale di Mantova del Corpo Forestale.
Nei prossimi giorni verranno passati al setaccio, come detto, 55 allevamenti di bovini da carne, da latte e suini. “Sono realtà del tutto nuove – precisa il comandante Ricci – nel senso che non rientrano fra quella decina di stalle che avevamo già perquisito”.
Soprattutto, non sono soltanto mantovane le aziende agricole sulle quali la Procura e il Corpo Forestale di Mantova nutrono sospetti, dal momento che “sono state trovate evidenze con collegamenti a furti di farmaci in Pianura padana, a medicinali commercializzati in nero anche nelle province di Modena, Reggio Emilia, Piacenza, così come in Veneto e in Piemonte”.
Si preanunciano, dunque, nuovi iscritti nel registro degli indagati, proprio mentre si muove in parallelo l’iter procedurale connesso alle vicende dei primi 65 indagati, fra richieste di dissequestro, interrogatori e dichiarazioni spontaneamente rilasciate all’autorità giudiziaria.