La dipendenza dell'agroindustria europea dai mangimi prodotti da Paesi terzi? Questione, anche, di proteine.
Solo il 3% del suolo coltivato nell'Ue produce proteine vegetali, prima fra tutte una delle componenti principali delle diete dei nostri animali da allevamento, la soia. Uno smantellamento della produzione iniziato negli anni Novanta, con un accordo sul commercio internazionale che permetteva all'Ue di scambiare con altri Paesi grandi quantità di cereali, con importazioni a prezzi di favore (senza dazi) di soia, legumi e altre colture proteiche.
Un'opportunità, quelle dell'import facile, che è diventata necessità dopo la messa al bando europea delle farine animali nei mangimi. Così oggi l'Europa copre appena il 30% del suo fabbisogno di proteine vegetali usate come mangimi per gli animali.
Il Parlamento europeo ha votato nei giorni scorsi una risoluzione che costituisce un primo passo per invertire la tendenza e tornare a produrre, con l'approvazione del rapporto Hausling (dal nome del rapporteur, deputato Verde tedesco) sulle colture proteiche.
La risoluzione chiede, tra l'altro, alla Commissione europea di inserire una "politica sulle proteine" all'interno della prossima riforma della Pac, che preveda nuovi strumenti per incrementare la produzione interna di colture proteiche nell'Ue; di mantenere fino al 2013 l'Organizzazione comune del mercato dei foraggi essiccati; di adottare misure idonee a creare le condizioni di mercato per le produzioni locali anche attraverso la realizzazione di modelli di filiere corte.
"Una maggiore produzione locale – ha detto Hausling - vorrebbe dire più indipendenza e margini più elevati per i produttori, ma anche una qualità più alta dei mangimi e quindi della carne e del latte". "La risoluzione è un documento importante – è stato il commento del presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro – perché consente all'Europa di dotarsi di un nuovo quadro strategico per contrastare il deficit di proteine dell'Unione e per garantire un maggiore equilibrio tra la produzione di proteine di origine animale e vegetale".