Soddisfatti, ma solo in parte. Questo lo stato d’animo degli allevatori di pecore dopo la riunione del “tavolo di crisi” presso il ministero dell’Agricoltura il 16 settembre. Al centro dell’incontro la discussione sulle possibili misure da mettere in campo per allentare la stretta della crisi del mercato del pecorino e delle sue ripercussioni sul prezzo del latte, crollato ad appena 60 centesimi al litro, meno di quanto costi produrlo. Le difficoltà del pecorino, come anticipato anche da Agronotizie nelle scorse settimane, vengono da lontano. Al primo posto il crollo delle esportazioni per colpa della crisi economica internazionale e per l’abbandono da parte della Ue dei sostegni alle esportazioni di formaggi. E per il pecorino, sino a ieri il nostro formaggio più esportato, la mazzata è stata tremenda. Nei magazzini di stagionatura sono fermi 60mila quintali di prodotto che si fatica a vendere e che hanno “ingolfato” il mercato e hanno fatto crollare i prezzi.
I primi aiuti
Al “tavolo di crisi” si sono seduti, fra gli altri, i rappresentanti delle regioni più interessate all’allevamento ovino, Sardegna, Toscana e Lazio e i vertici del Consorzio di tutela del Pecorino Romano Dop. Un buon segno per la compattezza e l'unità del settore. Molte le proposte, non tutte però praticabili, come l’apertura degli ammassi o il ripristino degli aiuti comunitari all’export. In compenso si è trovata la soluzione per superare i vincoli all’erogazione degli aiuti “de minimis”. Ogni singola azienda potrà così beneficiare, ma solo entro fine anno, di aiuti per un massimo di 15mila euro. Altro obiettivo raggiunto è l’apertura dei programmi di aiuti agli indigenti e a questo proposito è stata accolta la richiesta della regione Sardegna di rendere i bandi di assegnazione più semplici e funzionali. L’obiettivo di questo strumento, come intuibile, è quello di alleggerire almeno in parte le giacenze di prodotto dai magazzini. La stessa strategia adottata in passato per fronteggiare un’analoga crisi che riguardava in quel caso Parmigiano Reggiano e Grana Padano. A detta del presidente del Consorzio di tutela del Pecorino Romano, Toto Meloni, le misure prese al tavolo ministeriale consentono di “evitare speculazioni in un momento di crisi come quello attuale”. Ora si attende di conoscere quali saranno le disponibilità messe in campo da Bruxelles, che si spera non siano inferiori ai 25 milioni, cifra sollecitata dall’assessore all’Agricoltura della Sardegna, Andrea Prato.
Strategie per il futuro
Dunque la morsa della crisi della pastorizia pare possa allentarsi con l’attuazione di queste iniziative. Ma non si può abbassare la guardia. Occorrono serie azioni di controllo e governo della produzione per evitare in futuro il ripetersi di analoghe situazioni di sovrapproduzione. E nello stesso tempo si dovranno mettere in atto tutte le possibili iniziative per trovare nuovi sbocchi sui mercati internazionali. Ma occorre che ogni “protagonista” della filiera si dia da fare. Chi pensa che tutto possa essere risolto dalla sola mano pubblica è destinato ad avere cocenti delusioni. Soprattutto nel portafoglio.