Oggi il prezzo del latte alla stalla (pari a 0,31-0,34 euro al litro) è addirittura inferiore a quello del 1995, quando era fissato a 0,36 euro al litro e in quattordici anni i costi di produzione per le imprese zootecniche sono cresciuti di oltre il 70%. Gli allevatori vivono, quindi, una situazione drammatica che rischia di mettere fuori mercato centinaia di aziende.
E’ quanto denuncia la Cia in occasione del Tavolo interprofessionale lattiero-caseario di oggi al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali.
Il quadro per le aziende zootecniche da latte, afferma la Cia, è così sempre più preoccupante. Al momento manca un accordo interprofessionale. Ci sono soltanto alcune intese con singole industrie trasformatrici.
Il prezzo pagato all’allevatore non è, però, più remunerativo e i redditi, purtroppo, continuano ad essere tagliati. Una situazione di grave incertezza resa ancora più difficile dagli aumenti dei mezzi di produzione (mangimi, carburanti energia elettrica), dai gravosi oneri contributivi e dai crescenti costi della burocrazia. Se non si interviene in modo adeguato, rischia di subire pesantissimi danni un settore fondamentale della nostra agricoltura. Un settore che produce circa 11 milioni di tonnellate latte, oltre un milione di tonnellate di formaggi e più di 450 mila tonnellate di prodotti Dop, come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano.
Un settore che assicura ogni giorno agli italiani latte alimentare fresco e di alta qualità, i cui consumi nel corso del 2008 sono cresciuti di circa l’1% rispetto all’anno precedente e che nel primo trimestre 2009 hanno messo a segno una crescita tra l’1 e il l’1,5%. Davanti ad una situazione del genere, la Cia sollecita immediate politiche che consentano di salvaguardare e valorizzare l’attività dei nostri produttori di latte.
Sono, pertanto, urgenti interventi che riducano i pesanti costi di produzione (accise sui carburanti, tassazione dei lavoratori, burocrazia, tracciabilità, certificazione, norme ambientali, Iva) e diano reale sostegno alle imprese zootecniche. Inoltre, per la Cia occorrono nuove regole per la commercializzazione dei prodotti lattiero-caseari. In tale ambito, deve essere aperto un confronto con la Grande distribuzione organizzata (Gdo), valorizzando la qualità del 'made in Italy' e rendendo obbligatoria l’etichettatura d’origine.