Il continuo susseguirsi di allarmi alimentari, il più delle volte solo presunti, per fortuna, ha reso il consumatore particolarmente attento ai temi della sicurezza e della qualità di quanto porta in tavola per la propria alimentazione. Un tema delicato, questo della sicurezza alimentare, tanto che è stato al centro delle discussioni che si sono svolte al Parlamento europeo il 22 maggio e che ha accolto a larghissima maggioranza (482 favorevoli, 9 contrari e 16 astenuti) la relazione di Janusz Wojciechowski  che ha proposto un approccio strategico a questo argomento. Punto di partenza  della discussione la constatazione dell’ottimo livello di sicurezza delle produzioni di origine animale che si realizzano nella Ue e la necessità di proteggere questo lavoro degli allevatori dalle importazioni extra comunitarie.

Gli elevati standard in materia di salute e benessere degli animali applicati nell'Ue potrebbero infatti  essere messi in pericolo da importazioni provenienti da paesi terzi in cui gli allevatori non hanno gli stessi obblighi.

 

Elevati costi di produzione

I parlamentari europei hanno anche preso atto che gli allevatori della Ue hanno costi di produzione superiori rispetto ai colleghi delle altre nazioni a causa dei più alti standard di sicurezza che sono richiesti in Europa, il che determina per molti versi una distorsione della concorrenza nei commerci internazionali, a scapito delle produzioni interne.

Diventa allora ancor più importante, come riconosciuto dagli europarlamentari, sostenere la tracciabilità dei prodotti, sia per il controllo della salute degli animali, sia per le garanzie da offrire al consumatore. Tracciabilità per la quale è stato espresso parere favorevole all’identificazione elettronica obbligatoria e genetica tramite Dna, da associare al controllo degli spostamenti degli animali.

Sul tema del trasporto degli animali, dopo aver riconosciuto che la Ue si è dotata di norme rigorose per assicurare il benessere degli animali, si è messo in evidenza la necessità che le stesse norme vengano applicate anche da quanti esportano animali all’interno della Ue. Duplice l’obiettivo: evitare una concorrenza sleale nei confronti egli allevatori europei e  promuovere nel mondo il rispetto del benessere animale anche durante i trasporti.

 

Vaccinare, strategia vincente

Restando al tema della sicurezza alimentare, è stato ribadito il fondamentale ruolo delle vaccinazioni nella tutela della salute animale e nella salvaguardia del consumatore. La vaccinazione, infatti, non ha alcuna controindicazione nei confronti delle prodotti ottenuti da animali vaccinati Non hanno quindi motivo di esistere eventuali discriminazioni alla libera circolazione  di questi prodotti, che in caso contrario può determinare un freno all’impiego di uno dei più efficaci mezzi per la prevenzione delle malattie animali. No dunque alle etichette che mettono in evidenza la provenienza dei prodotti da parte di animali vaccinati. Un’informazione che non ha alcuna utilità per il consumatore, ma che può determinare un inutile “sospetto” nei confronti del prodotto così etichettato.

 

Più aiuti agli allevatori

A completare le strategie di prevenzione delle malattie animali, anche una revisione del regime di aiuti che vengono corrisposti agli allevatori in tema di salute animale. Ai rimborsi già previsti nel caso di epizoozie la cui lotta preveda la necessità di abbattimento degli animali, si deve aggiungere un sostegno alle azioni di profilassi in genere e soprattutto a quelle attuate tramite la vaccinazione, anche nelle situazioni di emergenza.