Una vasta area anticiclonica si estenderà gradualmente dall’Europa centro-occidentale verso il Mediterraneo riportando un quadro meteorologico prettamente stabile anche sull’Italia. Cieli nuovamente sereni e valori termici in sensibile aumento ovunque.
 

Il punto della situazione

Se da un lato non abbiamo avuto particolari disagi nell’ultimo periodo, dall’altro le condizioni climatiche si sono presentate molto stabili, talvolta fin troppo, facendo registrare nelle prime due decadi del mese di marzo temperature estremamente miti a livello continentale.
Una vasta anomalia positiva ha caratterizzato difatti tutta l’Europa, con l'unica eccezione della Scandinavia, ove una nicchia più fredda resiste con valori termici invece inferiori alla norma.
Le anomalie positive più marcate le troviamo in particolare sui Balcani e sull'Europa orientale, poiché il gelo tardivo in queste aree è stato completamente assente; mite, ma meno anomalo, anche sull'Europa occidentale.
Al tempo stesso non sono mancate le ondulazioni atlantiche, che però sono risultate generalmente miti rispetto al clima continentale, alternate da lunghe parentesi contraddistinte dall’anticiclone delle Azzorre, in nuova estensione proprio in queste ore su tutta Europa.
L’orografia del territorio italiano ha oltretutto esaltato con gli effetti favonici - molto frequenti soprattutto sulle regioni settentrionali - i valori massimi di temperatura che hanno pesato sensibilmente sulla media termica del periodo.
 

Analisi e previsione

Le temperature torneranno ad aumentare ad iniziare dalle Alpi, in estensione fin sulle regioni centrali di ponente, grazie al rinforzo dell’alta pressione che sospingerà bolle d'aria più miti.
I valori termici più anomali si registreranno appunto sui versanti meridionali alpini, pianure limitrofe e sulle aree tirreniche, ove la colonnina di mercurio supererà nuovamente le medie di anche di 6-8 gradi. Tornerà un clima prettamente primaverile, con l'ennesima scaldata importante di questo marzo.
Una residua instabilità innescata dal vortice presente sulle coste del Nord Africa continuerà invece a mantenere il quadro meteorologico dinamico al Sud Italia e sulle isole maggiori, con frequenti fenomeni anche a sfondo temporalesco.
La perturbazione continuerà inoltre ad essere alimentata da un flusso più freddo dall'Europa nord-orientale, con una sostenuta ventilazione che esalterà la sensazione di freddo.
Il continente rappresenterà quindi lo spartiacque tra la depressione in isolamento sul Mediterraneo meridionale, terreno fertile per accesi contrasti fra l’aria fredda in discesa dai Balcani ed i flussi caldi africani, e le vaste perturbazione atlantiche che si apprestano a scorrere sulle estreme aree settentrionali europee.
 

Weekend prettamente stabile

Il Nord Italia beneficerà maggiormente degli effetti dell'anticiclone, con temperature di nuovo in aumento soprattutto durante il fine settimana. Le piogge dei giorni scorsi purtroppo non sono state abbondanti come nelle attese ed un altro periodo prettamente senza fenomeni non potrà che peggiorare la siccità che affligge parte della Penisola.

La ferita depressionaria sui mari del Sud faticherà a rimarginarsi mantenendo vive le insidie fra Sardegna e Sicilia, ove la variabilità insisterà per più giorni con fenomeni a sfondo temporalesco talvolta intensi, visti anche i forti contrasti termici fra l’aria fresca e quella più mite e umida afromediterranea.
L'alta pressione culminerà con i suoi massimi tra sabato e lunedì, perché nei primi giorni della prossima settimana avremo qualche novità, quando non è escluso un cedimento anticiclonico per la discesa di un nuovo fronte freddo dall’Europa settentrionale.
 

Tendenza

Nonostante la nuova perturbazione lambirà solo la nostra Penisola, avvertiremo un diffuso calo delle temperature soprattutto sulle regioni adriatiche, ma la ferita depressionaria ancora attiva sui mari meridionali rappresenterà un ruolo chiave nel cambiamento meteo successivo.
Lo spostamento dell'alta pressione verso tra l'Atlantico orientale e l'Europa occidentale proporrà una nuova fase di maltempo ben più consistente sulle nostre regioni causato da un affondo ciclonico dal circolo polare artico.

Un’evoluzione che rappresenterebbe il colpo di coda invernale finora mancato.

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