L'inverno torna sull'Italia ma non si tratterà di un’ondata diretta, perché la barriera orografica costituita dall’arco alpino addolcirà l’entrata sul territorio del vortice ciclonico in arrivo dal centro nord Europa. Il calo termico sarà comunque marcato soprattutto sulle regioni centro settentrionali, tant’è che la flessione delle temperature su queste aree viaggerà mediamente tra gli 8°C delle Alpi ed i 4°C dei settori interni di Toscana e Marche. Sul Mezzogiorno il freddo arriverà in differita e con maggiori problematiche, ma anche qui tornerà l'inverno.
 

Il punto della situazione

Come previsto nel precedente appuntamento, i giorni cosiddetti "della merla” non sono stati per nulla freddi.
Come ci confermano le rilevazioni eseguite dalla Fondazione Omd, Osservatorio meteorologico Milano Duomo, anche quest’anno l’alta pressione ha garantito fino alla serata di mercoledì condizioni di tempo stabile. L’elevata presenza di umidità nei bassi strati atmosferici e la scarsa ventilazione hanno inoltre favorito la formazione di foschie, nebbie e nubi basse, soprattutto nelle ore più fredde della giornata.
Proprio tale copertura del cielo ha contribuito a rallentare la discesa delle temperature minime, posizionandole su valori sensibilmente superiori alle medie del periodo. Il locale dissolvimento delle nebbie nelle ore centrali della giornata ha inoltre determinato l’incremento dei valori massimi che hanno facilmente raggiunto i 10°C.
Ma i giorni della merla sono veramente i più freddi dell’anno come da tradizione?
I dati a disposizione della Fondazione Omd per il capoluogo lombardo smentiscono la tradizione popolare che li considera tra i più freddi dell’anno. Negli ultimi 120 anni, nel periodo compreso tra il 29 gennaio e l’1 febbraio, sono state solo 12 le giornate di ghiaccio (giorni nei quali la temperatura massima non ha superato 0°C) e solo otto quelle nelle quali è comparsa la neve, mentre ben sei giorni hanno registrato temperature massime oltre i 15°C, raggiungendo ben 21,8°C il 31 gennaio del 1982.
 

Analisi

Nell’articolo di metà gennaio si parlò delle possibili configurazioni evolutive del Vortice polare (Vp), all’epoca sostanzialmente debole poi via via più forte. Il rafforzamento si riflette sulle condizioni meteorologiche europee, che d'invernale in queste situazioni hanno poco o nulla.
Detto questo, proprio in queste ore si inizia a muovere qualcosa sulle latitudini artiche. Dalla troposfera (i primi 10 chilometri di atmosfera dal suolo) stanno partendo dei flussi d'aria più calda che potrebbero destabilizzare il Vp. Una destabilizzazione che incentrerà il cuore dello stesso tra Canada e Stati Uniti, lasciando strada libera ad un’eventuale elevazione dell’alta pressione fino a lambire il Polo Nord, innescando contestualmente un netto raffreddamento dell’areale russo-siberiano.
Le nostri sorti però dipendono dalle intenzioni dell’alta pressione della Azzorre, che potrebbe portare con le sue manovre l'inverno su gran parte d'Europa, Mediterraneo compreso.
 

Evoluzione

Irruzioni fredde, generalmente in discesa dal Circolo polare artico, potrebbero quindi a più riprese affondare nel Mediterraneo innescando diverse parentesi di vivace maltempo. Fenomeni che, delle mappe attuali, potrebbero coinvolgere direttamente l’Italia portando cospicui accumuli anche a carattere nevoso a quote relativamente basse.
 

Febbraio invernale

Il cambio di registro arriverà, i modelli anche oggi confermano questa tesi. Ma quanto durerà? Con le dovute cautele, è possibile asserire che i presupposti per qualcosa d’importante ci sono tutti e tale quadro meteorologico potrebbe caratterizzare tutto il nuovo mese. Al momento niente di eccezionale in vista, ma condizioni di freddo che a più riprese porteranno l’inverno sul Mediterraneo.
 

Temperature in calo

Uno degli elementi più in rilievo, anche considerato l'andamento termico degli ultimi trenta giorni, sarà senz'altro la flessione termica. Temperature che si posizioneranno al di sotto delle medie del periodo, dopo un lungo periodo contraddistinto da anomalie positive.
Stando alle ultime tendenze mensili del lungo termine, il freddo potrebbe inoltre persistere per diverso tempo senza altresì escludere precipitazioni di una certa importanza.
 

Tendenze per il lungo termine

Riassumendo in poche righe, la tendenza per le prossime settimane vedrà, con probabilità crescenti, fasi di maltempo dal carattere invernale, con diverse perturbazioni fredde sospinte a più riprese da aria gelida di matrice artica.
Sull’entità, durata e numero di precipitazioni occorrono naturalmente nuovi e continui aggiornamenti dai modelli matematici. Al momento quel che è certo è che avremo un periodo di dinamicità invernale.

Questo articolo appartiene alle raccolte: