La coltivazione dell'actinidia si sta espandendo a livello nazionale, sviluppandosi anche al di fuori delle regioni che per prime sposarono questa coltura, ovvero Emilia Romagna e Veneto.
Cambiano anche gli scenari varietali, grazie all'introduzione dei kiwi a polpa gialla, i quali stanno riscuotendo crescenti consensi da parte dei consumatori. Quanto infine a estensione della coltura, negli ultimi anni si sono contabilizzati in totale superfici coltivate ad actinidia a cavallo dei 25mila ettari.
Kiwi: produzioni su, poi ancora giù
A partire dal 2000 le produzioni sono andate in crescendo per diversi anni, pur con le normali oscillazioni annue. Dalle 300mila tonnellate del 2000 si è infatti arrivati a sfiorare le 600mila nel 2015, salvo tornare recentemente al punto di partenza.
Problemi fitosanitari e climatici hanno pesato significativamente in tal senso, richiedendo cure verso la coltura sempre più attente e professionali.
La nutrizione dell'actinidia in fase di ingrossamento frutti
Per aumentare e rendere più omogenea la pezzatura dei frutti in fase di maturazione si possono impiegare per via fogliare prodotti organici a base sia di amminoacidi sia di microelementi. Fra i primi si mostrano particolarmente utili quelli levogiri, come per esempio quelli coinvolti nella formazione dei tessuti vegetali, dei pigmenti, del profumo e del sapore. Essenziale quindi la presenza di alanina, arginina, fenilalanina, glicina, leucina, isoleucina, prolina, treonina e valina.
Altri amminoacidi rivestono anche un ruolo di precursori metabolici dei fitormoni, come per esempio il triptofano, coinvolto nella sintesi dell'acido indolacetico, mentre la metionina è utile nella produzione di etilene.
Alcuni di essi, oltre a contribuire in modo diretto allo sviluppo quali-quantitativo dei frutti, migliorano anche l'assorbimento dei microelementi, verso i quali agiscono in guisa di chelanti. Trattasi per esempio di acido aspartico e glutammico, ma anche della glicina.
Non a caso, diversi formulati presentano gli amminoacidi abbinati a microelementi quali boro, manganese e zinco, i quali rientrano in processi fisiologici di primaria importanza per le piante, come l'attività fotosintetica e la resistenza agli stress ambientali.
Estratti algali: gli antistress di origine naturale
In tema di stress ambientali, oltre alla somministrazione dei summenzionati prodotti contenenti amminoacidi e microelementi, risultano efficaci anche gli estratti algali. Sul mercato ne risultano molteplici, commercializzati da diverse aziende e derivanti da differenti alghe, come per esempio Ascophyllum nodosum, Ecklonia maxima, Macrocystis integrifolia, Laminaria digitata, Fucus spp. e anche microalghe.
In alcuni casi sono disponibili anche in miscela con lieviti selezionati, al fine di apportare acido pantotenico (vitamina B5), che ottimizza il bilancio energetico delle piante.
Questi biostimolanti apportano miscele di sostanze biologicamente attive, quali sostanze ormonosimili, ma anche vitamine, minerali e polisaccaridi. La loro somministrazione risulta particolarmente utile a fronte di condizioni ambientali estive poco favorevoli, come elevate temperature e limitazioni idriche.
I vantaggi di una fertilizzazione razionale
Nella fase di crescita dei kiwi le somministrazioni dei prodotti di cui sopra amplificano l'aumento delle loro dimensioni, della loro uniformità di pezzatura e del grado Brix, a tutto vantaggio dei prezzi spuntabili sul mercato. Questo apprezzerà infatti anche la maggior conservabilità di frutti, resi più sani e vocati a una più duratura shelf-life.
Tale parametro, in ultimo, può essere amplificato anche da somministrazioni mirate di calcio e magnesio.
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Fonte: AgroNotizie