Le nottue sono dei lepidotteri le cui larve possono arrecare danni al vigneto. Le forme giovanili si cibano delle gemme o dei giovani germogli di vite, danneggiando lo sviluppo della chioma e compromettendo la futura formazione dei grappoli. Le larve, infatti, svernano nel terreno e risalgono i ceppi durante la notte per "svuotare" le gemme e rodere le tenere foglioline.
La difesa del vigneto passa essenzialmente da un attento monitoraggio e dall'applicazione di barriere fisiche alla risalita delle larve lungo i tronchi delle viti. Sono invece sconsigliati interventi insetticidi in quanto poco efficaci. Inoltre i danni che le nottue possono causare sono limitati e spesso circoscritti ai filari adiacenti a boschi o altre colture.
Il ciclo biologico della nottua
Con il termine nottua ci si riferisce a diverse specie di lepidottero che possono interessare il vigneto e la cui presenza varia anche grandemente a seconda dell'areale e del contesto pedoclimatico. Le specie più comuni sono Noctua fimbriata, Noctua pronuba e Noctua comes. È poi possibile rinvenire Peribatodes rhomboidaria, appartenente alla famiglia dei geometridi, che tuttavia causa i medesimi danni alle gemme.
Il ciclo biologico della nottua è piuttosto semplice. Sverna come larva matura nel terreno e in primavera, tra fine marzo e inizio aprile, fuoriesce e risalendo il tronco va a cibarsi delle gemme e dei giovani germogli. L'insetto ha abitudini notturno-crepuscolari, quindi la sua presenza in vigneto è palese solamente con il buio.
Un esemplare di Noctua fimbriata su vite
(Fonte foto: Federico Maron, agronomo)
Intorno al mese di maggio avviene l'incrisalidamento e lo sfarfallamento, con il successivo accoppiamento e l'ovideposizione. Le nuove larve andranno a cibarsi non delle foglie di vite, ma di altre specie, prettamente selvatiche. Tra settembre e ottobre c'è poi un secondo ciclo di accoppiamenti e ovideposizioni. Le larve che fuoriescono sul finire dell'estate, inizio autunno andranno poi a svernare nel terreno e saranno quelle che causeranno i danni nella primavera dell'anno successivo.
I danni della nottua sulla vite
"I danni causati dalle nottue sulla vite riguardano le gemme, che vengono completamente svuotate dall'attività trofica del lepidottero. L'impatto dell'insetto può essere elevato nel caso di viti che possiedono gemme secondarie (o di controcchio) con scarsa fertilità, che, sostituendosi a quelle appena mangiate, produrranno meno uva", spiega Federico Maron, agronomo piemontese che ha studiato da vicino questo insetto.
"Varietà come il Nebbiolo, ad esempio, non sono in grado di portare avanti una fruttificazione consistente sulle gemme secondarie. Quindi, nel caso in cui vengano danneggiate le principali la pianta non sarà in grado di produrre uva".
Danni minori possono essere quelli che coinvolgono invece i germogli e le giovani foglie, in quanto hanno un impatto molto minore sulla formazione della chioma e sulla produzione di uva.
Ad influenzare la dannosità delle nottue vi è poi il clima. "Inverni miti favoriscono un germogliamento precoce, come anche l'attività delle larve. Se tuttavia si assiste ad un ritorno di freddo, lo sviluppo vegetativo viene rallentato e questa situazione espone per un lasso di tempo maggiore la vite agli attacchi dei lepidotteri", sottolinea Maron.
Bisogna dunque prestare particolare attenzione quando nei mesi di febbraio e marzo vi sono temperature elevate, sopra la norma. E soprattutto quando vi è un ritorno di freddo durante la fase fenologica di apertura delle gemme.
Monitoraggio e difesa delle viti dalle nottue
Come ogni strategia di difesa, anche quella nei confronti delle nottue deve partire dal monitoraggio del vigneto. L'agricoltore deve controllare attentamente le viti, soprattutto quelle perimetrali, per verificare eventuali danni ai germogli.
In caso di attacchi da parte delle nottue è possibile procedere con questi interventi:
- Applicazione ai ceppi e ai pali di sostegno di anelli di plastica o gonnelle, in modo da impedire fisicamente la risalita della larva. È bene fare attenzione a far aderire bene il materiale al ceppo, evitando di lasciare spazi in cui la larva può intrufolarsi.
- Applicare del materiale colloso a ceppi e sostegni, con l'obiettivo medesimo di impedire la risalita.
- Applicare calce al terreno e sul piede della vite, in modo da ostacolare la risalita.
- Evitare di sfalciare l'erba, in quanto l'assenza di giovane vegetazione al suolo può favorire la risalite della nottua.
- Procedere con la raccolta manuale, che deve essere effettuata di notte, con l'ausilio di una torcia.
Gonnelle applicate ai ceppi delle viti
(Fonte foto: professore Andrea Lucchi)
I trattamenti insetticidi sono di norma sconsigliati, in quanto i danni che la nottua può causare nella maggioranza dei casi non giustificano l'intervento. Nel caso tuttavia vi siano attacchi consistenti è possibile procedere con l'applicazione di insetticidi registrati contro questa avversità, avendo cura di distribuire il prodotto nelle ore notturne, in modo da intercettare le larve sui ceppi.
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