La corretta tenuta del registro dei trattamenti fitosanitari, dovrebbe essere ormai noto, è un obbligo di legge per chiunque si dedichi alla coltivazione di prodotti destinati non solo all'autoconsumo e la sua corretta tenuta è un dovere per l'azienda agricola. Come tutte le attività, la gestione del registro richiede tempo e risorse ma, come spesso abbiamo ripetuto su queste pagine, un registro dei trattamenti ben tenuto può rivelarsi un'opportunità per l'imprenditore agricolo.
Ma cosa succede se viene gestito male?
Un registro dei trattamenti non correttamente compilato è un rischio per l'azienda: innanzitutto, trattandosi di una norma di legge, le multe per chi non rispetta le regole sono salate. Il Decreto Legislativo 150/2012 recita infatti: "L'acquirente e l'utilizzatore che non adempiono agli obblighi di tenuta del registro trattamenti sono puniti con una sanzione da 500 a 1500 euro, salvo che il fatto non costituisca reato. La reiterazione della violazione comporta la sospensione da 1 a 6 mesi o la revoca dell'autorizzazione”.
Ma non solo: la corretta tenuta del registro dei trattamenti è parte dei criteri di condizionalità che garantiscono l'accesso ai finanziamenti pubblici, così come è un pilastro fondante per l'ottenimento (e il mantenimento) delle certificazioni, da quella biologica al Sqnpi.
Entrambe le certificazioni, infatti, prevedono ispezioni periodiche nel tempo tese a verificare la permanenza dei criteri di conformità (annuale, nel caso di produzione biologica salvo diventare biennale in caso di assenza di segnalazioni di non conformità per almeno un triennio).
Chi effettua i controlli?
Partendo dal presupposto che parliamo di un obbligo di legge, i controlli possono essere effettuati da parte delle autorità o di altri soggetti delegati. Nello specifico, a controllare i registri dei trattamenti possono essere soprattutto (ma la lista non si esaurisce qui):
- gli assessorati alla sanità delle regioni e delle provincie autonome (che verificheranno, in primis, il rispetto delle etichette degli agrofarmaci e dei vincoli ambientali);
- il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute (Ccts) attraverso i Nas;
- l'Icqrf, cioè l'Ispettorato Centrale per la Tutela della Qualità e Repressioni Frodi dei Prodotti Agroalimentari;
- il Masaf (attraverso gli organismi autorizzati) per la verifica del rispetto dei requisiti per la certificazione Sqnpi o, in generale, per il controllo della corrispondenza fra quanto dichiarato e quanto effettuato in campo;
- Agea (o altri organismi pagatori a livello regionale) per la verifica della sussistenza dei criteri di condizionalità;
- l'ispettorato del lavoro per i controlli sul rischio chimico per dipendenti e collaboratori.
Infine, oltre all'autocontrollo, va ricordato che un registro dei trattamenti correttamente gestito è fondamentale per conferire il prodotto dell'azienda agricola a cooperative e organizzazioni di produttori così come alla Gdo e a frantoi, cantine e centri di stoccaggio di cereali che potranno verificare a loro volta che il registro dei trattamenti sia in ordine, correttamente compilato e che tutto si svolga nel rispetto delle norme.
In caso di controllo, niente panico
Come funzionano i controlli? Normalmente le verifiche avvengono in 2 fasi: una prima ispezione e la consegna di documenti per un'analisi più approfondita.
Si comincia con una prima visita in azienda dove l'ente incaricato della verifica traccia un quadro complessivo della situazione: in questa fase, di norma, si pongono sotto la lente d'ingrandimento specifici aspetti dell'impresa, come i magazzini (in base al tipo di verifica da effettuare potrebbero aggiungersi altri elementi, come i luoghi di lavoro in caso di visite dell'ispettorato preposto). Questa prima visita usualmente si conclude con la produzione di un verbale che elenca tutti i documenti che l'azienda dovrà presentare all'ente per procedere nel percorso ispettivo e, auspicabilmente, dimostrare che è tutto in regola. Attenzione, però: questi documenti, di norma, dovranno essere consegnati a pochi giorni di distanza dal verbale.
Ed ecco il momento in cui una corretta compilazione del registro dei trattamenti (che, ricordiamolo, secondo la norma va fatta non oltre i 30 giorni da ogni singolo trattamento) viene in aiuto dell'azienda agricola: un registro ben tenuto e ordinato permette di produrre rapidamente i documenti necessari.
Su questo fronte, il sostegno di una piattaforma digitale può essere fondamentale: QdC® - Quaderno di Campagna®, infatti, non solo garantisce al produttore o al tecnico l'esecuzione di oltre 90 controlli in maniera automatica nel momento dell'inserimento dei dati ma consente anche di produrre in pochi click tutte le stampe necessarie in caso di controllo.
Qualche esempio? Oltre alla stampa dei registri di tutte le operazioni, la stampa del catasto e delle rotazioni colturali, le versioni "Difesa Integrata Volontaria" e "Agricoltura Biologica", mettono a disposizione anche le stampe necessarie per:
- Regolamento Ue 1305/13 - Misura 10;
- Regolamento Ce 1698/05 - Misura 214;
- Decreto Ministeriale 30125/2009 - Condizionalità;
- stampe conformi a quanto richiesto dalla certificazione Global Gap;
- Regolamento Ue 1305/13 - Misura 11 - solo in versione "Agricoltura Biologica";
- Regolamento Ce 834/07 - solo in versione "Agricoltura Biologica";
- Regolamento Ue 848/2018 - solo in versione "Agricoltura Biologica".
In questo modo, grazie a QdC® - Quaderno di Campagna®, l'azienda agricola potrà sempre essere pronta in caso di qualsiasi controllo. Ma soprattutto è certa di aver fatto tutto nel modo corretto.
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Fonte: AgroNotizie