Alla fine dell'Ottocento un medico tedesco, Samuel Hahnemann, mise a punto l'approccio omeopatico alla cura delle malattie. Questa teoria si basa su due principi. Il primo è che 'il simile cura il simile', e cioè per curare un sintomo bisogna assumere una sostanza che ne provochi uno affine. E dunque per curare un mal di stomaco serve applicare un principio che provochi il mal di stomaco. Idem per le piante. Per curare una pianta da un attacco fungino bisogna ricorrere ad un fungo.

Il secondo pilastro dell'omeopatia è la diluizione. Il principio attivo deve essere diluito in acqua molte volte, anche centinaia, fino a quando chimicamente non è più presente nella soluzione. Per i sostenitori dell'omeopatia tuttavia l'acqua 'ricorda' la presenza del principio attivo e dunque rimane efficace nella cura della malattia. Infine, prima di applicare il preparato omeopatico, la soluzione deve essere 'dinamizzata' attraverso successivi scuotimenti.

Online è possibile trovare molti siti dedicati alla cura omeopatica delle piante. Esistono libri, destinati soprattutto ad hobbisti, che spiegano come proteggere i propri giardini. Se il fai da te oggi è ancora il canale principale attraverso il quale preparare composti omeopatici, nei garden center si stanno facendo strada prodotti confezionati che pretendono di essere efficaci contro malattie fungine, afidi e marciumi.

Ma l'omeopatia è efficace? La Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri si è espressa in maniera molto precisa sul tema: "Allo stato attuale non ci sono prove scientifiche né plausibilità biologica che dimostrino la fondatezza delle teorie omeopatiche secondo i canoni classici della ricerca scientifica". Insomma, non esiste dunque alcun esperimento scientifico che abbia mai provato l'efficacia delle teorie di Samuel Hahnemann.

In farmacia si trovano preparati omeopatici per garantire la libertà di cura dei pazienti. Inoltre questi preparati, contenendo sostanzialmente solo acqua, sono innocui e dunque non curano, ma neppure aggravano una malattia. Sul tema si è espresso anche Roberto Burioni, il medico simbolo della lotta ai no-vax.


E per le piante l'omeopatia funziona? "Non ci sono prove al riguardo. Quando un agricoltore mette un prodotto sulle proprie piante la prima domanda che si fa è cosa c'è dentro, quali sono le dosi, le piante su cui può usarlo e così via. In questi preparati omeopatici manca del tutto questa descrizione, il che la dice lunga sulla loro efficacia", spiega ad AgroNotizie Emilio Guerrieri, ricercatore del Cnr dell'Istituto per la protezione sostenibile per le piante. "Come ricercatore sono aperto alle novità, ma ad oggi non ci sono studi o progetti di ricerca su questo ambito e non ho mai sentito o letto di nessuno che abbia usato l'omeopatia per difendere efficacemente una coltura".

Secondo Guerrieri "tutti i prodotti che vengono messi in commercio per la protezione delle piante devono attraversare un rigoroso processo di approvazione sia per quanto riguarda la loro efficacia sia per quanto riguarda la sicurezza dell'operatore, delle piante e degli insetti. Nei prodotti omeopatici manca tutto questo".

Gli omeopati sostengono che si possa stimolare la 'forza vitale' dell'organismo per raggiungere la guarigione dalle malattie. E molti prodotti oggi in commercio, benché non combattano direttamente insetti o patogeni, mirano a stimolare le difese immunitarie proprie della pianta. "Ma sono prodotti la cui efficacia è stata testata e il cui meccanismo di azione è noto", conclude Guerrieri. "Io diffido di soluzioni che non sono state sottoposte ad un rigoroso processo di validazione scientifica".