L'ozono è un gas composto tra tre molecole di ossigeno legate tra di loro. Si forma in natura durante i temporali, quando i fulmini forniscono l'energia necessaria alla creazione della molecola. L'ozono tuttavia è altamente instabile (per questo non è possibile stoccarlo in bombole) e in poco tempo si scompone in ossigeno. Durante la sua breve vita tuttavia ha un alto potere ossidante che permette di distruggere ogni microrganismo che incontra.
Dell'uso di ozono in agricoltura avevamo parlato in questo articolo dedicato alla sanificazione delle uve in appassimento. Ma le applicazioni potrebbero spingersi oltre arrivando direttamente in campo. Sono infatti allo studio atomizzatori in grado di irrorare le colture con acqua ozonizzata, una miscela cioè di acqua e ozono (1-4 mg/litro).
Come detto l'ozono è un gas instabile e per questo deve essere prodotto poco prima dell'uso. Esistono macchine portatili (costose e pesanti) per la produzione in loco. In sintesi l'ossigeno atmosferico viene separato dall'azoto e trasformato in ozono attraverso scariche elettriche. Il gas viene poi miscelato con l'acqua che viene irrorata sulla coltura o anche iniettata all'interno del terreno per la sanificazione dello stesso.
Uno degli aspetti positivi è l'efficacia: l'ozono è in grado di sanificare le colture uccidendo qualunque microrganismo con cui viene in contatto. Anche se in pieno campo, rispetto ad ambienti controllati, il controllo dei patogeni è variabile. Essendo un gas instabile non lascia residui sulle colture ed è possibile procedere alla raccolta subito dopo l'applicazione.
Infine non ha alcun impatto ambientale, visto che è un gas già presente in natura. In un quadro normativo che vede crescere i limiti all'uso degli agrofarmaci, una alternativa così versatile è sicuramente da tenere in considerazione. Inoltre, agendo per via ossidativa, non può generare resistenze nei patogeni.
Fin qui gli aspetti positivi. Quelli negativi non sono pochi. Prima di tutto il costo. A differenza dell'agrofarmaco, che necessita solo di un atomizzatore per essere applicato, l'ozono ha bisogno di attrezzature ben più complesse e costose. Allo stato attuale è impensabile che un agricoltore si possa dotare dei macchinari necessari e dovrebbe affidarsi ai contoterzisti.
Il secondo grande problema è la non persistenza dell'ozono. Una volta irrorato scompare in pochi minuti lasciando le piante, benché sanificate, alla mercé dei patogeni. In una coltura come quella della vite servirebbero dunque molti interventi in campo per proteggere le piante. Nel caso della peronospora ad ogni poggia bisognerebbe entrare in vigna, con costi e logistiche non sostenibili. Il tutto senza contare che ad oggi l'uso dell'ozono in agricoltura non è ancora normato, mentre è disciplinata la sua applicazione nelle fasi di post-raccolta.
Oltre che in viticoltura, l'uso dell'ozono potrebbe estendersi alle altre colture di valore, come le orticole. In Spagna sono stati fatti dei test nella sanificazione del terreno da nematodi e funghi. I risultati sembrano essere incoraggianti, anche se dopo il trattamento è necessario distribuire sul terreno microrganismi utili che colonizzino il suolo per evitare che nuovi patogeni si installino e prendano il sopravvento. Ma test sono in corso anche per la difesa di pomodoro, melone e anguria.