La pratica del diradamento del melo è una fra le più delicate e strategiche per l'ottenimento di raccolti calibrati e qualitativamente eccellenti. Normalmente si può procedere per via manuale, scelta valida ma dagli elevatissimi costi a ettaro quanto a manodopera. A patto, ovviamente, di trovarne di sufficiente per numero e di esperta per formazione, di manodopera. Per quanto il diradamento manuale sia sicuramente una pratica efficace e mirata, può infatti arrivare a costare fra i 2.000 e i 3.000 euro a seconda delle condizioni.
Un'altra via può essere quella del diradamento chimico, adottando prodotti che inducano una parziale cascola nei frutti in via di formazione. Sicuramente è più economica delle precedente, ma può riservare alcune brutte sorprese. Nel caso meno grave il dirado funziona poco e i frutti restano troppo numerosi. Nel caso più grave l'efficacia è fin troppo elevata e sulle piante restano meno frutti di quanto si desiderasse. A volte, molti meno.

Il sogno di ogni melicoltore è quindi quello di risparmiare denaro si, ma di avere maggiori garanzie di successo dei trattamenti diradanti effettuati.  E mica tutte le varietà si comportano alla stesso modo, né gli appezzamenti possono essere considerati uguali fra loro. Sull'esito del dirado possono infatti influire molto l'esposizione, la quota e la varietà. Per esempio Gala, Fuji e le rosse Spur, sono considerate da alcuni "indiradabili" in alcune specifiche condizioni di luce e quota.
Ma vi è di più: il dirado effettuato quest'anno può influire sul numero di fiori dell'anno successivo. Uno sbilanciamento delle piante che è sempre bene evitare. Ma non è cosa facile, visto che si deve scendere dai 1.000-1.500 fiori/pianta a soli 100-120 frutti. Un processo quindi molto marcato, ove ogni errore può amplificarsi a dismisura sulle produzioni e sugli anni a venire.  Brevis permette invece di abbattere i costi per ettaro, conferendo alle piante una maggiore resistenza al freddo e una maggiore stabilità su base poliennale.

L'anno di Brevis

Adama nel 2015 propone per la prima volta in Italia Brevis, diradante granulare per melo e pero a base di metamitron, una sostanza attiva conosciuta fino a ora come diserbante per la barbabietola da zucchero, ma che oppotunamente riformulata si è rivelata un diradante efficace e selettivo per le pomacee. Grazie alla sua particolare formulazione, infatti, Brevis è coperto da brevetto ed è l'unico a esser stato testato e validato in campo nelle più disparate condizioni d'impiego.
Brevis genera infatti una temporanea carenza di fotosintati, mette cioè le piante, per così dire, "a dieta". Ciò causa la cascola dei frutti, dato che le piante tendono a scaricare i frutti in eccesso lasciando solo il frutto centrale del mazzetto fiorale. Ovvero il più importante.

Al di là però della specifica azione diradante di metamitron, anche la formulazione gioca come detto un ruolo fondamentale che ogni melicoltore deve tenere ben saldo in testa: l'unico coformulante in grado di massimizzare l'efficacia e di assicurare stabilità di performance si è rivelato essere il formato di Calcio. L'85% di Brevis è infatti rappresentato da questa sostanza, mentre metamitron è presente in ragione di 150 g/L, ovvero il rimanente 15%. Ciò fa di Brevis l'unico formulato a base di metamitron utilizzabile a tali scopi. Nota di servizio, questa, utile a chi stesse meditando di provare altri formulati a base di metamitron, ma non registrati su melo e pero come diradanti.

Registrato per la prima volta in Serbia nel 2013, Brevis è stato poi autorizzato anche in Italia, Grecia e Svizzera e a breve potrà essere impiegato in tutta Europa. Caratterizzato da elevata solubilità in acqua, Brevis non causa problemi né di polvere né di depositi. Ne consegue anche una miscela fitosanitaria estremamente trasparente e che quindi non imbratta la vegetazione al momento del trattameto. Infine, va ricordato come il formato di calcio abbia proprietà disinfettanti e possedendo calcio apporta anche un nutrimento importante per la biologia della coltura.


Dosi e modalità d'impiego

La risposta di alcuni diradanti al variare del dosaggio può risultare talvolta imprevedibile. Brevis mostra invece un'elevata costanza di risultati per numero, colore e pezzatura dei frutti, come pure mostra un effetto dose coerente e lineare. Il suo impiego va ovviamente tarato sulle diverse varietà e nelle diverse condizioni di esposizione e quota della coltura.
Agendo Brevis sull'efficienza fotosintetica, il suo effetto sarà minore a fronte di alti livelli di illuminazione, necessitando quindi le dosi maggiori riportate in etichetta. In linea generale, Brevis va impiegato quando il frutticino posto al centro del mazzetto fiorale presenti un diametro compreso fra 8 e 10 millimetri.
Una seconda applicazione, se necessaria, potrà essere effettuata col frutticino dalle dimensioni di 12-14 millimetri, evitando di trattare dopo il raggiungimento dei 16 millimetri.

Le dosi consigliate variano come detto in funzione delle specifiche del meleto. Si parte da un minimo di 1-1,65 litri per ettaro nei frutteti di pianura, come quelli emiliano-romagnoli e veneti, salendo invece da 1,65 a 2 litri/ettaro nei meleti del Trentino-Alto Adige. Piemonte, Valtellina e zone collinari necessitano dosaggi inclusi fra 1,8 e 2,2 litri. Infine le zone montane, ove il prodotto va impiegato con doppia applicazione a 1,65 litri/ettaro.  
Prove di efficacia su varietà Fuji. La composizione delle pezzature dimostra l'elevato ritorno dei trattamenti con Brevis

Medesima prova: risultati sul colore dei frutti