Un agrofarmaco green derivato dal veleno di un ragno molto velenoso potrebbe essere la soluzione all’annosa questione della moria delle api e dell’ipotizzato legame con i neonicotinoidi. La scoperta arriva della Newcastle University: il bioagrofarmaco, derivato dalla fusione delle proteine Hv1a/GNA, sfrutta la combinazione di una tossina naturale che deriva dal veleno di un ragno australiano e una proteina estratta dal bucaneve risultando altamente tossico per un certo numero di insetti invasivi, ma non per le api.

Il team di ricerca ha testato la tossicità della sostanza con una crescente somministrazione alle api, arrivando a livelli non riscontrabili nei campi: il formulato causerebbe solo un lieve effetto sulla sopravvivenza delle api e nessun effetto misurabile sul loro apprendimento e sulla memoria.

I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Proceedings of the Royal Society B e gli autori dello studio hanno sottolineato il potenziale della scoperta nel campo dei bio agrofarmaci oltre al fatto che possa rappresentare un'alternativa ai neonicotinoidi chimici collegati al calo delle popolazioni di impollinatori. Il professor Angharad Gatehouse della Scuola di Biologia dell’Università di Newcastle e supervisore del progetto spiega: "I risultati che abbiamo ottenuto suggeriscono che è improbabile che il bio agrofarmaco abbia effetti nocivi sulle api. Precedenti studi hanno già dimostrato che è sicuro per gli animali superiori, questo significa che ha un vero potenziale nel campo degli agrofarmaci e offre un’alternativa sicura ad alcuni già presenti sul mercato".

Il progetto rientra nell’ambito dell’Iniziativa sugli insetti impollinatori finanziato da Biotechnology and biological sciences research council, Defra, il Natural environment research council, Nerc, lo Scottish Government e il Wellcome Trust in collaborazione con Living with environmental change, Lwec.


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