È la mosca dell'olivo, per gli amanti della sistematica Bactrocera oleae, dittero brachicero che presenta adulti da circa cinque millimetri e larve di sei-sette. Può compiere fino a sei generazioni in un anno, quindi nelle annate giuste dal punto di vista climatico il pericolo di danni da mosca può evolvere seguendo una crescita di tipo esponenziale.
Quando le olive raggiungono la dimensione di circa 7-8 millimetri iniziano a divenire appetibili per la Bactrocera, le cui femmine depongono le uova subito sotto la buccia grazie all'apposito ovopositore. Una volta schiuse, le larve invadono la polpa provocando danni di tipo quantitativo e qualitativo, alterando le caratteristiche dell'olio stesso, il quale può presentare alti livelli di perossidi e un'acidità superiore. Chi voglia produrre un olio di qualità deve quindi prestare massima attenzione a questo insidioso dittero.
Dalla banca dati Fitogest.com sono state estrapolate le sostanze attive registrate(*) per il controllo di Bactrocera oleae. Cliccando sui nomi delle singole sostanze si giunge alle rispettive pagine di approfondimento, dalle quali è possibile poi accedere anche ai relativi formulati in commercio(*).
Prima monitorare, poi trattare
Il monitoraggio dei voli degli adulti è il primo passo da compiere, proprio per seguire costantemente l'evoluzione della popolazione. Al monitoraggio degli adulti deve poi affiancarsi anche quello delle perforazioni alle drupe, il quale serve per individuare in modo preciso il momento ottimale per il trattamento insetticida. O meglio, il primo della serie, perché in certe annate possono servirne più di uno.
La soglia d'intervento è generalmente fissata al raggiungimento del 10% delle olive con segni di penetrazione. Per le cultivar da mensa la soglia scende ovviamente al 5%.
Tra i formulati di sintesi a disposizione si trovano innanzitutto due maturi esteri fosforici: fosmet e dimetoato. Entrambi appartengono al gruppo Irac 1B e mostrano intervalli di sicurezza simili, pari rispettivamente a 30 e 28 giorni per fosmet e dimetoato. Identici i loro limiti massimi di residui di legge, pari a due milligrammi per chilo di prodotto. Recentemente, sono stati lanciati sul mercato formulati a base di dimetoato che mitigano molto gli effetti sgradevoli dei formulati precedenti, ovvero gli odori e alcuni problemi di fitotossicità nei confronti delle varietà sensibili.
Altri protagonisti si sono aggiunti recentemente al panorama anti-mosca. Uno di questi è imidacloprid (Irac gruppo 4A), con formulati appositamente registrati allo scopo.
Anche alcuni piretroidi (Irac gruppo 3A) sono registrati su olivo. Alcuni per applicazioni dirette, come deltametrina e lambda-cialotrina. Per quanto riguarda la cipermetrina risultano in commercio alcuni formulati utilizzabili su olivi non in produzione.
Per chi segue il biologico
Alquanto ricco il panorama di prodotti per i disciplinari di lotta biologica. Già di per sé la Natura offre alcuni nemici naturali della Mosca: per esempio vi sono alcuni imenotteri icneumonoidi, come Opius concolor, e altri calcidoidei come Pnigalio mediterraneus, Eupelmus urozonus, Eurytoma martellii e Cyrtoptyx latipes. Infine, anche un altro dittero come Lasioptera berlesiana, si rivela essere un predatore delle uova di Bractocera.
Fra gli insetticidi naturali troviamo poi Beauveria bassiana, un fungo patogeno per gli insetti che eserciterebbe un'azione "dissuasiva" all'ovideposizione. Va quindi applicato prima dell'inizio dell'attività delle femmine. Dopo di che va miscelato con insetticidi con un certo potere abbattente.
Esistono poi sul mercato anche esche proteiche attivate o meno con una sostanza insetticida, quali deltametrina, lambda-cialotrina e spinosad (Irac gruppo 5). Al fianco delle usuali trappole che attraggono gli adulti, esistono alcuni formulati a base di spinosad che vanno applicati mediante pompe a spalla a ugello singolo, spruzzando in modo mirato solo piccole porzioni delle chiome delle piante. Le "trappole" sono quindi delle semplici chiazze di prodotto (esca più spinosad), le quali attraggono gli adulti di mosca, uccidendoli poi con la sostanza insetticida mescolata al formulato.
Esistono infine trappole che catturano fisicamente gli adulti, attraendoli con proteine idrolizzate.
Il rame come repellente
Il rame è usualmente applicato su olivo per controllarne le patologie fungine. Recentemente è stata osservata però anche una certa azione repellente verso le femmine della mosca. L'ovideposizione avverrebbe infatti con minor frequenza su oliveti trattati con rame. La ragione di questa azione repellente potrebbe risiedere nell'abbattimento da parte del rame delle popolazioni di alcuni batteri simbionti delle larve di mosca. Questi batteri sono necessari all'insetto per il mantenimento della corretta fisiologia dell'apparato digerente delle larve durante il loro sviluppo nelle drupe. Eliminando questi batteri, si rendono le olive meno appetibili per l'insetto.
(*) Nota: per gli approfondimenti sullo stato di avanzamento del processo di revisione europea è possibile per ogni sostanza attiva rifarsi ai contenuti di Fitorev.com