Concorrenza estera e batteriosi sono stati i due temi cardine dell'incontro, organizzato da Cso - Centro servizi ortofrutticoli e Regione Emilia-Romagna, che si è tenuto a Bologna il 21 aprile scorso. Durante l'incontro si è evidenziata la necessità di integrare il tema della giornata, focalizzato sul confronto tra redditività del kiwi in diversi Paesi europei concorrenti, con una attenta e profonda analisi delle ricadute economiche della grave pandemia di batteriosi che sta infliggendo gravi danni alla coltura a livello non solo nazionale.
Lo conferma Luciano Trentini, direttore del Cso, che ha introdotto le importanti e attuali tematiche sul futuro del kiwi evidenziando, tra le altre cose, la necessità di coordinarsi a livello di Regioni ortofrutticole europee attraverso Areflh.
Tiberio Rabboni, assessore all'Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, nel suo intervento di apertura ha affermato:
"Oggi si sta producendo una seria ipoteca sulla continuità della coltura del kiwi. Attualmente, dal punto di vista tecnico-scientifico, non abbiamo ancora le conoscenze per far fronte al problema della batteriosi che potrebbe ridurre anche del 25-30% la produzione nazionale.
La Regione Emilia-Romagna – continua Rabboni – è intenzionata a compiere una forte accelerazione sul problema. Daremo vita nei prossimi giorni ad un tavolo di lavoro comune con organizzazioni dei produttori, organizzazioni professionali e sindacati per attivare un meccanismo di corresponsabilità e compartecipazione. Pensiamo ad un fondo cofinanziato dalle OP per far fronte alla crisi. Abbiamo inviato – conclude Rabboni – una lettera al ministro Romano per chiedere maggiori risorse alla ricerca e agli indennizzi e per attivare lo stato di calamità naturale".
Si ricollega alla preoccupazione dell'assessore il presidente del Cso Paolo Bruni che, nel suo intervento, dichiara:
"Siamo di fronte ad una vera calamità anche perché la batteriosi ha colpito una delle poche colture in grado di assicurare reddito alle imprese ortofrutticole. Dobbiamo però guardare al futuro – rimarca Bruni – e non rimanere ingessati in una situazione di stallo. Valutiamo i punti di forza e di debolezza del kiwi che si presenta con una offerta concentrata sia a livello europeo che nazionale ma soffre di una ancora eccessiva frammentazione commerciale. Abbiamo una offerta che si presenta sul mercato con una discreta segmentazione, dal kiwi verde, al giallo e alle tipologie a polpa rossa. Abbiamo una buona redditività per cui dobbiamo per il futuro puntare sui valori di questo prodotto straordinario che, tra l'altro, ha ancora margini di crescita in termini di consumi mondiali".
"Puntiamo quindi – conclude Bruni – sulla qualificazione dell'offerta e diversificazione in funzione della conquista di nuovi mercati nel mondo".
Il Direttore generale dell'assessorato Agricoltura, Valtiero Mazzotti, ha tratto le conclusioni di una giornata estremamente ricca di informazioni e approfondimenti sul kiwi:
"Abbiamo una situazione internazionale che vede puntare tutti verso un certo innalzamento della qualità. Vediamo ad esempio dai dati che la Grecia ha smesso di vendere kiwi precoce, e questo è un segnale – dichiara Mazzotti – Le imprese possono fare molto in questo momento introducendo parametri e segmenti di offerta in grado di andare al consumo con requisiti ottimali.
La Regione svolge, come di consueto, un ruolo di stimolo e si attiva sul territorio per mettere a disposizione risorse utili. Quest'anno – considera Mazzotti – le risorse che ci ha destinato la Finanziaria sono estremamente ridotte ma faremo con quelle e soprattutto costruiremo sinergie.
Il problema kiwi – conclude Mazzotti – è un problema transazionale e ritengo che sia molto importante utilizzare tavoli e competenze oggi presenti, anche attraverso Iko, l'International kiwifruit organization, per coordinarsi e attivare azioni utili a risolvere nel minor tempo possibile il problema della batteriosi".
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