In relazione a quanto emerso dalla conferenza stampa di Legambiente, Agrofarma-Associazione nazionale imprese agrofarmaci, che fa parte di Federchimica, esprime la propria sorpresa nel constatare come Legambiente smentisca le valutazioni delle autorità competenti preposte al controllo. In Italia le produzioni agroalimentari sono estremamente controllate e le rigorose verifiche effettuate su migliaia di campioni forniscono un quadro del tutto rassicurante per il consumatore che smentisce i toni allarmistici diffusi da Legambiente.

L'ultimo rapporto ufficiale del ministero del Welfare infatti conferma che frutta e verdure sono sempre più sicure. Solo l’1.1% dei campioni analizzati è infatti risultato sopra la soglia di legge. In due casi su tre (66.7%) i campioni sono risultati del tutto privi di residui. Negli altri casi il 32.2% rientra comunque nei limiti di legge. 

Per quanto riguarda la possibile presenza di residui multipli, esaminata da molti scienziati in tutto il mondo e da molte autorità, ad oggi non esiste alcuna evidenza scientifica che dimostri l’esistenza di un effetto additivo o addirittura potenziante dei residui multipli, quando questi sono presenti ai livelli riscontrati negli alimenti. Gli esperti della Fsa per esempio, l'agenzia per la sicurezza alimentare del Regno Unito, si sono più volte interessati al problema dei residui multipli ed hanno concluso che non c'è motivo di supporre che essi rappresentino una minaccia per la salute dell’uomo. 

Inoltre si evidenzia perplessità per la proposta del senatore Ferrante di presentare un nuovo provvedimento in una materia la cui competenza legislativa è a livello europeo e per la quale sono stati appena approvati dal Parlamento europeo il nuovo Regolamento sull'immissione in commercio, che per sua natura non richiede il recepimento da parte dei singoli Stati, e la nuova Direttiva uso sostenibile degli agrofarmaci che invece impone agli Stati membri di adottare tutte le misure necessarie per incentivare la difesa fitosanitaria sostenibile. 

Per avere una valutazione più completa della situazione italiana, sarebbe opportuno che Legambiente offrisse un’analisi dettagliata anche dei prodotti dell’agricoltura biologica, dal momento che anche questo tipo di agricoltura non può fare a meno di utilizzare agrofarmaci per riuscire ad ottenere raccolti adeguati e salutari per il consumatore. E' opportuno ricordare inoltre che la sicurezza dei prodotti italiani è garantita anche dalla professionalità e dalla costante attenzione degli operatori della filiera agricola che, nel corso degli anni, hanno consentito di migliorare significativamente la salubrità e la qualità della frutta e della verdura che arriva nelle tavole degli italiani.  

Per quanto riguarda la moria delle api, si ricorda che i neonicotinoidi, gli agrofarmaci ritenuti responsabili del fenomeno, sono stati sospesi da quasi due anni e ciò non ha comportato una diminuzione della moria, come riconosciuto in diverse occasioni dalle stesse associazioni di apicoltori. 

A conferma dell'infondatezza delle accuse degli apicoltori, diversi paesi europei hanno confermato la registrazione di questi prodotti: l’ultimo caso si è verificato lo scorso dicembre in Francia, quando il ministero dell’Alimentazione, dell'Agricoltura e della Pesca francese ha autorizzato di nuovo un agrofarmaco a base di neonicotinoidi per la concia del mais per la campagna 2009-10. La decisione è stata presa a seguito del parere favorevole espresso dall'Afssa-Agence Française de Sécurité Sanitaire des Aliments, che ha monitorato e accertato l’assenza di casi di moria delle api in oltre 600 mila ettari di mais trattati con questo prodotto. Nel 2009 inoltre, a seguito dei monitoraggi svolti nella 'verde' Austria, in Svizzera, in Slovenia, in Olanda e in Belgio le autorità competenti hanno dato parere positivo alla reintroduzione degli agrofarmaci ritenuti possibili responsabili della moria.