Il prezzo di 70 euro a tonnellata, inferiore al 2009, rappresenta un punto di equilibrio legato alle basse quotazioni di mercato dei derivati del pomodoro, sia a causa delle massicce importazioni di semilavorati dai Paesi terzi, sia alla grande quantità di prodotto stoccato.
Lo afferma la Cia - Confederazione italiana agricoltori nel commentare l'accordo sul pomodoro da industria che é stato raggiunto nel Centro-Nord con una settimana di anticipo rispetto alle scadenze previste dalla normativa, in tempo utile, quindi, per programmare le semine e l'organizzazione della campagna di trasformazione 2010.
L'accordo quadro segue le linee dell'intesa interprofessionale, siglata a livello nazionale, dove sono state fissate importanti riduzioni dei valori delle superfici e delle quantità di prodotto rispetto all'annata 2009, al fine di evitare dannosi esuberi produttivi. Insieme all'accordo, la Cia ritiene urgente attuare una azione di filiera che contrasti l'utilizzo fraudolento del sistema chiamato "traffico di perfezionamento attivo", ovvero l'importazione di pomodoro da lavorare per conto terzi ai fini di una successiva commercializzazione.
La Cia, inoltre, valuta positivamente l'accordo perché, nonostante i bassi livelli remunerativi per i produttori, consente di mantenere un importante equilibrio tra industria e produzione anche per il futuro.
Riguardo alle Regioni del Mezzogiorno, si attende - conclude la Cia - la definizione dell'accordo quadro dopo le prime trattative che hanno portato, per una parte di prodotto, al prezzo concordato di 72 euro/ tonnellata per il pomodoro "corto", e 82 euro /tonnellata per il "pelato".
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