“Siamo preoccupati per l’andamento dell’attuale campagna agrumicola. Infatti se, da una parte, rispetto allo scorso anno, assistiamo ad un aumento della produzione superiore al 40%, dall’altra vi è una sempre maggiore pressione dell’import dai paesi del Mediterraneo, per il fresco, e dal Brasile, per il succo concentrato, che sta determinando un crollo assoluto dei prezzi, soprattutto per il prodotto volto alla trasformazione”. E’ quanto segnala la Cia - Confederazione italiana agricoltori che lancia l’allarme sulla crisi che sta attraversando il settore agrumicolo italiano.
Attualmente - spiega la Cia - le arance bionde (Navel) sono acquistate dall’industria a 7 centesimi di euro al chilo (in taluni casi a 5), compresi gli oneri del trasporto, e stanno pregiudicando anche la raccolta, da parte dei produttori, il cui costo è superiore ai prezzi. La preoccupazione riguarda anche il prossimo ingresso sul mercato del tarocco siciliano il cui prezzo subirà un forte abbassamento per effetto di traino da parte delle quotazioni dell’arancia bionda.
In Spagna si registrano forti aumenti produttivi rispetto allo scorso anno. Il succo brasiliano tradizionalmente importato in Italia oggi è a prezzi risibili: un chilo di concentrato brasiliano costa 1,27 euro al chilo, mentre solo i costi produttivi di una equivalente quantità di prodotto italiano sono di 1,80 euro.
Oltre alla Sicilia - continua la Cia - anche in Calabria, il cui porto di Gioia Tauro è invaso dal succo brasiliano, i produttori stanno interrompendo la raccolta.
Se si passa al bacino di Taranto, anche le clementine hanno visto abbassare i prezzi a 20 centesimi al chilo, mentre i mandarini varietà satsuma rimangono invenduti sulle piante.
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