Con un solenne comunicato stampa pubblicato sul suo sito internet, la Commissione europea celebra la conclusione del programma di revisione degli agrofarmaci, iniziato ancora nel 1992 con lo storico regolamento 3600. Con quasi sei anni di ritardo rispetto al progetto originale, che prevedeva che l'intero processo di revisione si concludesse entro il luglio del 2003, e con l'aiuto di alcuni provvidenziali cambiamenti delle regole in corsa, senza i quali il termine sarebbe ulteriormente slittato verso il poco lusinghiero record dei 20 anni (una generazione!), “l'ottava meraviglia del mondo”, così la ribattezziamo allineandoci al tono trionfalistico del comunicato, ha eliminato dal mercato comunitario oltre 750 sostanze attive ad attività fitosanitaria, la stragrande maggioranza delle quali perché non giudicate sufficientemente remunerative per giustificare gli enormi investimenti richiesti per preparare la documentazione secondo gli standard comunitari. Solo 60 sostanze (pari al 6%) sono state infatti “non iscritte” perché risultate troppo pericolose per l'uomo e l'ambiente, mentre per le altre la mancanza di dati rimarremo nel dubbio.
 
A dire la verità le cose non stanno proprio così. Lo stesso errore lo commette anche l'Efsa - Autorità europea per la sicurezza alimentare nel suo analogo avviso pubblicato sul suo sito internet il 18 marzo scorso. Il lavoro che si è concluso è quello della trattazione tecnica dei risultati della valutazione congiunta tra stato relatore, rappresentanti degli stati membri ed Efsa, che ha il compito di preparare una sorta di “monografia conclusiva” (la cosiddetta Efsa Conclusion) di cui la commissione europea deve tenere conto nella formulazione della proposta di direttiva di iscrizione o di decisione di non iscrizione qualora la valutazione desse esito infausto. Il provvedimento proposto dalla commissione deve essere poi approvato a maggioranza qualificata dai rappresentanti dei 27 stati membri. Ricordiamo che l'Efsa non ha potere di voto, ma solo consultivo. I due comunicati peccano di ottimismo quando associano questo evento, seppur positivo, alla conclusione della revisione.
Spesso tra la conclusione Efsa e la decisione conclusiva passano parecchi mesi e ci preme ricordare anche che se non si fosse ricorsi ad un meccanismo “particolare” come il “traffic light system” (di cui abbiamo dibattuto ancora alla fine del 2007), la revisione sarebbe ancora in alto mare. Nel 2007 la Commissione europea, con un provvedimento estremamente “deciso”, ha convinto i notificanti di 54 sostanze a ritirarle volontariamente con l'assicurazione che la revoca dei relativi formulati sarebbe avvenuta dopo il 2010 e che la valutazione dei dati mancanti sarebbe avvenuta con procedura accelerata, forse in tempo per evitare l'interruzione della relativa commercializzazione. Parallelamente 25 sostanze dal profilo tossicologico e ambientale particolarmente favorevole (le cosiddette sostanze “green”) sono state iscritte in allegato 1 senza valutazione paritaria, rimandandola a dopo il 2010. Questa procedura ha permesso di considerare formalmente terminata la revisione di ben 79 sostanze, quasi un terzo delle 250 superstiti, mentre la parte decisiva della loro valutazione è stata solo rimandata a dopo il 2010.
 
Che dire poi dello spirito originario della direttiva 91/414? Essa prevedeva un programma di revisione comunitaria per le sostanze in commercio prima del 26 luglio 1993, senza particolari distinzioni. Queste sostanze, teoricamente tutte sullo stesso piano, sono state esaminate con regole diverse le une dalle altre: per le sostanze della cosiddetta “prima lista” è stata prevista la valutazione di tutti gli impieghi poi, visto che la procedura si rivelava molto più lunga del previsto, per i prodotti delle liste successive si è corretto il tiro limitando la valutazione ai cosiddetti “usi rappresentativi”.
Visto che il parlamento e l'opinione pubblica (specialmente il primo) cominciavano a tollerare sempre meno i continui rinvii, hanno quasi dato un ultimatum alla Commissione, costringendola a fare vere e proprie carte false per dimostrare di avere terminato il lavoro nei tempi che le sono stati concessi. Comunque possiamo sicuramente affermare che il più è fatto: non dimentichiamoci che la revisione è iniziata con l'Europa a 9 e si è conclusa con l'Europa a 27, che il progresso tecnico ha imposto continui aggiornamenti dei criteri di valutazione, specialmente nei primi tempi e la complessità della procedura comunitaria di valutazione non ha uguali nel mondo. L'unico paragone possibile potrebbe essere con l'Epa americana, la quale tuttavia deve rispondere ad un solo governo, mentre le procedure comunitarie devono rendere conto a 27 governi.
 
Ovviamente più complessa è una procedura e più sono le potenziali cause di ingiustizia che finiscono in giudizio: abbiamo già trattato dei problemi legali della commissione, provenienti non solo da società che ritengono ingiusta la revoca del loro prodotto, ma anche da stati che hanno giudicato altrettanto ingiusta l'approvazione di un prodotto che hanno giudicato troppo pericoloso per gli standard europei.
 
Viste le condizioni in cui si è operato, forse nessuno sarebbe riuscito a terminare il programma di revisione nei tempi prefissati, anche se ci sarebbe molto piaciuto che sia il comunicato dell'Efsa che quello della Commissione fossero stati più attinenti alla realtà. Anche volendo essere indulgenti e considerare “conclusa” la revisione delle 79 sostanze interessate dal meccanismo “Traffic Light”, la revisione non è proprio finita: come chiaramente riportato dal database comunitario aggiornato in tempo reale, per alcune sostanze (bifenthrin, clorthal dimetile, difenilammina, metham, diversi tipi di oli minerali, tetraconazolo e triazoxide) non è stato possibile raggiungere una maggioranza qualificata (per maggiori dettagli su questo aspetto potete consultare questa pagina en.wikipedia.org/wiki/Qualified_Majority_Voting) e quindi la decisione è stata demandata al Consiglio che ha tre mesi per giungere a una scelta. Se anche il Consiglio non riuscirà ad esprimere una maggioranza qualificata, allora verrà adottata la proposta iniziale della commissione, il tutto quindi tra qualche mese.
Dieci sostanze su 1000 iniziali sono poche, ma la tanto declamata trasparenza degli organismi comunitari è stata da una parte ribadita (database in tempo reale) ma dall'altra calpestata (comunicati stampa inesatti).