Si è svolta oggi, giovedì 21 luglio, presso l'Istituto Agrario di San Michele all'Adige la prima riunione ufficiale dei partner italiani del progetto europeo Biomaster, finanziato dal programma Intelligent Energy Europe. Il progetto approvato nel 2010 sul tema del biogas e biometano, è coordinato dall'Istituto di Studi per l'integrazione dei sistemi di Roma, e coinvolge oltre all'Italia, la Svezia, il Regno Unito, l'Austria e la Polonia, e si propone di promuovere l'impiego del biometano ottenuto dal trattamento delle biomasse di scarto e di rifiuto per l'immissione nella rete del metano e per l'utilizzo nei mezzi di trasporto.

Il progetto, che avrà una durata di tre anni, individua nel Trentino un sito di applicazione che vedrà impegnati l'Istituto Agrario di San Michele all'Adige, il Centro ricerche Fiat, Dolomiti Energia, l'Azienda consorziale servizi municipalizzati del Primiero e il Centro ricerche produzioni animali di Reggio Emilia.

La Fondazione Mach, oltre che partner di progetto, riveste il ruolo di coordinatore del sito Trentino attraverso l'unità Biomasse ed energie rinnovabili del Centro Trasferimento Tecnologico, che si avvarrà della collaborazione di Europe Direct Trentino e dell'associazione Transdolomites.

La contea di Norfolk (Regno Unito), la regione di Malopolska (Polonia) e la regione della Scania (Svezia) sono gli altri tre siti regionali individuati nei paesi partner. L'approccio innovativo al tema, 'waste-to wheel' dal rifiuto alla ruota, andrà ad interessare tutti i punti della filiera, partendo dalle biomasse di scarto e di rifiuto, passando attraverso i processi di trattamento fino ad arrivare al biometano da immettere in rete o da impiegare come biocarburante nei veicoli. Saranno creati gruppi di lavoro a livello locale, nazionale ed internazionale che coinvolgeranno i decisori politici, i tecnici, gli agricoltori, i cittadini al fine di promuoveranno una maggiore informazione e l'avvio di iniziative concrete.

Antonio Fuganti, responsabile della sede di Trento del Centro ricerche Fiat, spiega che la riduzione dei consumi e delle emissioni di anidride carbonica è "uno dei principali driver dei futuri prodotti, per questo motivo in futuro un ruolo importante sarà giocato anche dai combustibili alternativi, a partire dal metano, un combustibile alternativo ampiamente disponibile, è la soluzione ecologica oggi più praticabile".

"Il biometano - continua Fuganti - evidenzia un impatto neutro in termini di emissioni anidride carbonica o addirittura in alcuni casi migliorativi, dal momento che si eviterebbe che queste biomasse, per loro decomposizione naturale, emettano in atmosfera biogas che possiede un indice di effetto serra 23 volte peggiorativo rispetto alla stessa anidride carbonica. Accanto al biometano, un ulteriore contributo alla riduzione delle emissioni si anidride carbonica arriva dall'idrometano (miscele metano – idrogeno). Anche questa tecnologia verrà analizzata nel progetto".