Nell’ambito di Cibus Tec di Parma, Csqa Certificazioni, in collaborazione con  TeTa - Terra e Tavola, ha organizzato un convegno sui 'Materiali a contatto con gli alimenti’ che ha visto un nutrito parterre di esperti della certificazione che operano su aziende produttrici di Mca.

In tema di sicurezza alimentare l’approccio integrato tra filiera food e filiera packaging risulta strategico per rispondere alle crescenti richieste di tutela provenienti dal mercato.
Le ripercussioni sulle aziende che producono materiali di imballaggio e su quelle che li utilizzano è infatti di estrema attualità vista la percentuale sempre più significativa di allerte alimentari indotte dai materiali a contatto con gli alimenti.
L'avvocato Afro Ambanelli e Maria Chiara Ferrarese di Csqa hanno sintetizzato la complessa tematica legislativa applicabili a questo settore. Si tratta di una normativa molto variegata e complessa che si applica sia ai materiali a contatto diretto con gli alimenti sia quelli a contatto indiretto e non riguarda solo il packaging inteso in senso stretto ma anche agli articoli d’uso domestico, alle macchine alimentari, agli elettrodomestici.

Il regolamento CE 1935/2004 riguarda materiali e gli oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari e stabilisce come requisito generale che qualsiasi sostanza che può venire a contatto con gli alimenti non deve alterare in alcun modo questi ultimi.
I materiali e gli oggetti, compresi i materiali e gli oggetti attivi e intelligenti, devono essere prodotti conformemente alle buone pratiche di fabbricazione affinché, in condizioni d’impiego normali o prevedibili, essi non trasferiscano ai prodotti alimentari componenti in quantità tale da costituire un pericolo per la salute umana, comportare una modifica inaccettabile della composizione dei prodotti alimentari o comportare un deterioramento delle loro caratteristiche organolettiche
La disciplina dei materiali e oggetti a contatto con gli alimenti poggia sul principio che non esiste la migrazione 0. Le sostanze possono migrare e i materiali quindi possono cedere sostanze all’alimento. Tutto ciò deve avvenire in modo che non sia compromessa un’adeguata sicurezza per il consumatore.
Il regolamento 2023/2006 impone l’obbligo della adozione delle Gmp e l’implementazione di un sistema di assicurazione qualità da parte di tutte le imprese che producono MCA.
Le Gmp sono regole operative che fissano gli obiettivi di qualità, demandando alle aziende la definizione delle modalità operative volte al loro raggiungimento.
 
Il sistema qualità deve essere introdotto in modo obbligatorio, permanente, efficace, documentato. Il regolamento prevede inoltre che questo sistema di qualità sia: ispezionabile in ogni momento; calibrato sulla realtà aziendale specifica; tale da non diventare un onere troppo gravoso e difficile da rispettare; la documentazione del processo deve essere dettagliata e comprendere i rapporti di analisi.
Il Regolamento Gmp impone l’obbligo di istituire, attuare, far rispettare e documentare un sistema di gestione, di assicurazione e di controllo della qualità ma non ne stabilisce le modalità, non prevede come debba essere implementato, quali caratteristiche debba possedere.
La Certificazione può essere un utile strumento per raggiungere tale obiettivo e un ulteriore attestazione per il mercato, ma non è un obbligo.
 
I relatori hanno presentato alcuni fra gli standard volontari applicabili al settore dei Mca. Maria Chiara Ferrarese (Csqa) ha sintetizzato in una rapida panoramica tutte le norme applicabili, Franco Rontani (Faos sas) si è soffermato nel dettaglio a descrivere la certificazione a fronte della norma ISO 22000 di un’azienda produttrice di macchine alimentari (Colombini Srl) e Massimo Gelati (Gruppo Gelati) ha approfonditamente descritto lo standard Brc Iop.