Gli accordi quadro sono la vera scommessa per fare decollare nel nostro paese le filiere agroenergetiche, alle quali la coltura del girasole è in grado di assicurare un interessante contributo.
Il quadro normativo necessita tuttavia di essere completato e soprattutto, che sia reso più vincolante l'impiego di biocarburanti sanzionando chi non rispetta le quote minime previste dalla legge".
Questi sono i punti cruciali emersi nel corso del convegno su “Le prospettive per il girasole quale coltura energetica", organizzato da Ais, Associazione italiana sementi, in collaborazione con la Regione Marche e il Cra - Istituto colture industriali, che si è svolto ad Osimo lo scorso 23 febbraio e che accanto alla presentazione dei risultati della sperimentazione girasole 2006, ha visto un interessante confronto fra diverse figure della filiera. Unione Seminativi ed Assobiodiesel hanno presentato il recente contratto quadro relativo alle colture di oleaginose per destinazione energetica, mentre i rappresentanti delle Industrie saccarifere Eridania-Sadam e Sfir hanno illustrato i progetti di riconversione in fase di sviluppo.
"Le prove 2006, grazie all'inserimento nella rete con Marche e Toscana di una nuova località sperimentale in Emilia-Romagna, hanno evidenziato che le nuove varietà di girasole a disposizione degli agricoltori - sottolinea l'Ais - consentono di raggiungere ed anche superare in parcella produzioni medie di 50 q.li per ettaro, equivalenti a 35-40 q.li ed oltre in pieno campo, quando occorre almeno una produzione di 25-26 q.li/ettaro per avere conti colturali in pareggio".