L'andamento climatico avverso dell'annata 2022 e le modifiche previste dalla nuova Politica Agricola Comune (Pac) per il 2024 hanno condizionato le scelte di semina degli agricoltori, con un orientamento positivo verso frumento tenero, duro e orzo.
La terza edizione di Campo Demo Cereali, alla luce del nuovo panorama normativo ed economico caratterizzante la campagna agricola 2022-2023 e delle esigenze dei principali attori presenti sul mercato, ha presentato un maggior numero di varietà e specie in prova. Quindici costitutori e distributori hanno aderito all'iniziativa, ovvero il doppio dell'edizione passata. Oltre alle tradizionali ditte sementiere, quest'anno erano presenti anche dei costitutori di varietà che operano nel mercato italiano (Padana Sementi, Mas Seeds, Limagrain, Apsov, Novasem, La Cerealtecnica, Syngenta, RV Venturoli, Saatbau Linz, Isea/Veneto Sementi, Corteva, Lidea, Florimond Desprez, Ragt, Genetics Services).
Sono state molte le varietà e le specie in prova a Campo Demo Cereali 2023 e la partecipazione di ditte sementiere, costitutori e distributori è stata maggiore della passata edizione
(Fonte foto: Agricola 2000)
L'evento si è svolto a Merlino (Lo) presso l'Azienda agricola Rosti Paolo; l'appezzamento scelto presenta le caratteristiche tipiche della pianura fertile lombarda, caratterizzata da suoli a medio impasto con avvicendamento colturale di mais, leguminose e cereali intervallato da concimazioni di fondo organiche. La gestione agronomica delle prove varietali è stata condotta seguendo le normali prassi agricole (aratura, erpicatura, semina, concimazioni, diserbo e protezione fungicida).
Nelle diverse prove è stato adottato un disegno sperimentale a blocchi randomizzati a tre repliche. Dalle stesse, divise per specie e tipologia, sono stati raccolti dati puntuali sull'adattabilità al contesto pedoclimatico lombardo di vecchi e nuovi materiali, verificandone l'interazione rispetto all'andamento climatico stagionale.
Interazioni tra coltura e andamento climatico
L'andamento climatico dell'inverno scorso, caratterizzato da iniziale piovosità nella media e successivo lungo periodo siccitoso fino a tarda primavera, ha influito notevolmente sulla capacità di accestimento e di sviluppo di alcune specie e nello specifico di determinate varietà in prova.
Il lento accrescimento alla ripresa vegetativa dei diversi grani, unito a una parziale mancanza di copertura del suolo, ha permesso un rapido sviluppo della flora infestante, che però è riuscita solo in minima parte a competere con la coltura, riducendone le potenzialità produttive. Le concimazioni di copertura primaverili e l'applicazione erbicida tardiva hanno mostrato i loro effetti solo con il sopraggiungere delle prime piogge a fine aprile. In alcune specie più tardive le abbondanti precipitazioni di maggio hanno provocato una ripresa vegetativa generalizzata, con un parziale recupero delle capacità di accestimento e differenziazione di culmi produttivi.
Le scelte di semina degli agricoltori, influenzate dall'andamento climatico e dalla Pac, sono state verso frumento tenero, duro e orzo
(Fonte foto: Agricola 2000)
Un oculato piano di concimazione ed un vigore vegetativo non eccessivo hanno permesso di ridurre quasi a zero le percentuali di allettamento tardivo, in particolare su orzo e triticale, che hanno manifestato generalizzati fenomeni di allettamento in una buona parte dell'areale Nord.
Il lungo periodo piovoso protrattosi fino alla fase di maturazione fisiologica ha messo in luce la suscettibilità alle principali patologie fungine dei diversi materiali, andando a influenzare le caratteristiche qualitative della granella e dei foraggi raccolti. Tuttavia, sulla maggior parte delle varietà in prova non si è notato un danno fungino eccessivo, indice dell'elevato valore di resistenza genetica dei nuovi accestimenti presenti sul mercato, frutto di anni di lavoro di miglioramento genetico.
Analizzando il comportamento delle diverse specie testate è possibile trarre qualche spunto interessante:
- Orzo: le varietà ibride e convenzionali in prova hanno risentito dell'elevata piovosità manifestando riduzione delle potenzialità produttive, abbassamento delle rese di biomassa e granella dovute ad uno basso accestimento e prematura senescenza dell'apparato fotosintetico (causato da un mix di patologie fungine). Gli eventi d'allettamento sono stati praticamente nulli, mentre il peso specifico di 64-66 medio è risultato in media leggermente superiore alla soglia minima usata per determinare il valore del raccolto.
- Frumento tenero: rese parcellari in linea con gli anni passati per la granella con peso specifico medio basso di 75, probabilmente causato da fenomeni di ristagno idrico primaverile con senescenza anticipata. Buona qualità della granella. Nei teneri da foraggio rese medio basse di sostanza secca/ettaro, altalenante tra le diverse genetiche in prova a seconda della precocità, e basso indice d'accestimento. L'uso di semente ibrida garantisce le stesse rese delle varietà tradizionali pur in un'annata con livelli di accestimento bassi.
- Triticale: buona resa in sostanza secca/ettaro dei diversi materiali ad uso foraggero che, grazie alla classica rusticità, hanno saputo mitigare il particolare andamento climatico. Anche la produzione di granella è stata elevata, pur con un peso specifico basso di 70-72, il tutto confermato in fase vegetativa da un indice di copertura fogliare elevato con una notevole altezza delle piante, senza fenomeni d'allettamento.
- Frumento duro: le rese medio basse con un peso specifico buono di 80-82 riflettono l'andamento stagionale non del tutto favorevole per i grani duri nell'areale Nord. Va notato come, nonostante le condizioni avverse e i problemi di bianconatura, non si sono riscontrati eccessivi livelli di fusariosi sulla spiga, segno dell'aumentata resistenza genetica dei nuovi accestimenti presenti sul mercato.
Le rese medio basse con un peso specifico buono di 80-82 riflettono l'andamento stagionale non del tutto favorevole per i frumento duri nell'areale Nord
(Fonte foto: Agricola 2000)
Cereali foraggeri: correlazione tra resa e precocità nelle diverse specie
La resa dei cereali foraggeri ha risentito fortemente della scarsa piovosità durante il risveglio vegetativo, con conseguente diminuzione nell'assorbimento dei concimi di sintesi; problematica attenuta in alcuni casi grazie agli elevati apporti pluviometrici primaverili. Le colture a sviluppo precoce, maggiormente impattate, hanno avuto un basso tasso di accestimento e un ridotto vigore vegetativo.
Le varietà in relazione al loro livello genetico di precocità hanno avuto risposte differenti, anche se appartenenti alla stessa specie. Nei cereali con un periodo di maturazione posticipato rispetto all'orzo, la resa di biomassa ad ettaro è risultata maggiore nei materiali a maturazione tardiva. Molte varietà tardive di triticale foraggero e di frumento foraggero hanno raggiunto livelli produttivi ragguardevoli in linea con le medie di campo degli anni precedenti. Molto probabilmente il ciclo di maturazione tardivo ha permesso alle piante un adeguato sviluppo vegetativo e un'accettabile produzione di biomassa, grazie al migliore adattamento alle specifiche condizioni ambientali.
Dai dati raccolti nelle annate passate spesso i materiali con ciclo di maturazione precoce riuscivano a raggiungere livelli produttivi del tutto simili ai materiali tardivi, ma con un'epoca di raccolta più precoce che permette di anticipare la semina della coltura di secondo raccolto. In un'annata come questa la tardività dei materiali ha favorito l'accumulo di biomassa grazie al prolungarsi delle condizioni ambientali favorevoli senza eccessi di calore, che ha permesso l'espressione massima delle loro peculiari caratteristiche genetiche.
Resa media (% sostanza secca - sostanza secca tonnellate/ettaro), tenore sostanza secca e data media fioritura dei cereali foraggeri in relazione alla precocità di maturazione (media tre repliche)
(Fonte foto: Agricola 2000)
Rese in granella e potenzialità produttive delle diverse specie/varietà
La situazione in campo dopo l'inverno siccitoso non sembrava far sperare in livelli produttivi in linea con le aspettative delle sperimentazioni delle annate passate.
La specie che sembra aver risentito maggiormente delle particolari condizioni climatiche è l'orzo. Tardivi attacchi di rincosporiosi e mal del piede, basso indice di accestimento ed eccessiva saturazione idrica del terreno nelle fasi finali hanno compromesso le capacità di accumulo della pianta con rese basse e pesi specifici non eccezionali. Le varietà distiche hanno garantito una miglior resa con un tenore proteico della granella leggermente inferiore. Le novità varietali, offerte dai costitutori, sembrano offrire un più alto potenziale produttivo, con una maggior rusticità e sanità della pianta.
Il triticale si conferma specie rustica e stabile nelle rese, nonostante l'annata. Grazie all'esperienza maturata nei diversi anni di sperimentazione, è possibile affermare che questa specie ha presentato ottime rese stabili nell'areale padano con livelli produttivi superiori alla maggior parte delle altre varietà di specie testate, grazie agli accestimenti disponibili a livello italiano.
Negli anni di sperimentazione sono state ottenute produzioni di 10-11 tonnellate/ettaro a livello parcellare su molte delle varietà testate. Il problema del triticale spesso è da ricercare nel basso livello di remunerazione del prodotto e nella scarsa appetibilità della paglia sul mercato locale. Nuove varietà a spiga mutica e ad alta resa sembrano offrire maggiori garanzie in tal senso.
Resa media (tonnellate/ettaro), peso specifico (chilogrammi/ettolitro) e livello proteico % medio di più di duecento varietà di cereali in prova nell'annata 2022-2023 (media tre repliche)
(Fonte foto: Agricola 2000)
Le oltre novanta varietà di frumento testate hanno messo in luce le caratteristiche peculiari di ciascun materiale. Nei teneri più precoci c'è stata una riduzione delle rese a vantaggio di quelli più tardivi, al contrario delle aspettative ormai consolidate nelle ultime annate, in cui i materiali a maturazione più lenta erano penalizzati dall'eccesso di calore con scarsa disponibilità idrica, tipici della fase estiva finale di riempimento.
In molte varietà panificabili si sono ottenute rese vicine e superiori alle 9 tonnellate/ettaro, dimostrando la buona adattabilità di tale specie alle specifiche condizioni di fertilità dell'areale in esame. Grazie alle sperimentazioni delle ultime annate si è giunti alla conclusione che l'utilizzo di semente ibrida garantisce similari livelli di resa, offrendo una maggior stabilità produttiva, seppur richiedendo un maggior costo d'impianto.
Il frumento tenero, se trattato e seguito nel modo giusto, offre garanzia di resa elevate in un contesto in cui i prezzi sembrano garantire un discreto livello remunerativo. Discorso diverso per il grano duro dove spesso il livello di resa e la qualità sembrano essere spesso determinati dall'interazione tra ambiente e caratteristiche genetiche intrinseche di questa specie.
In un contesto come quello attuale dove i cereali sono riusciti a ritagliarsi una fetta di mercato crescente nell'areale padano, è fondamentale continuare a verificare l'adattabilità delle diverse specie per avere un'idea chiara sul potenziale produttivo delle molteplici varietà presenti sul mercato.
Per saperne di più sulla terza edizione di Campo Demo Cereali è possibile guardare il video di seguito, mentre per saperne di più o per partecipare ai prossimi eventi è possibile chiedere maggiori informazioni in questa pagina.
Tutto sull'edizione 2023 di Campo Demo Cereali
A cura di Giacomo Pedretti, Seed Trial coordinator di Agricola 2000
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Fonte: Agricola 2000