Il progetto - che coinvolge ventidue istituti di ricerca coordinati dall'Università di Catania - parte dall'indagine su 150 tipi diversi di pomodori 'da serbo', varietà autoctone coltivate soprattutto in Spagna e nel Sud Italia, cultivar tradizionali e d'élite selezionate nel tempo per le loro caratteristiche di adattabilità climatica, minore necessità di trattamento delle piante e maggiore conservabilità invernale dopo la raccolta.
Quello che la sapienza e la manualità delle tradizioni contadine hanno saputo sui campi, viene ora approfondito e studiato dai ricercatori utilizzando le collezioni vegetali per cui il Crea è internazionalmente rinomato; la scienza guarda così l'adattabilità dei diversi tipi e si concentra sulle aree del bacino del Mediterraneo, differenziate per clima e caratteristiche del suolo.
Grazie tecniche di sequenziamento su larga scala di piccoli frammenti di Dna, sono stati identificati i geni soggetti a pressione selettiva. Le nuove conoscenze saranno utili per prossimi programmi di miglioramento genetico e per la valorizzazione mirata delle coltivazioni analizzate sui mercati globali.
"Obiettivo ultimo - spiega il ricercatore Pasquale Tripodi co-responsabile del progetto - è la possibilità di ottenere pomodori che sappiano adattarsi alle condizioni ambientali provocate dai mutamenti climatici in atto. Pertanto, oggi è fondamentale selezionare varietà produttive in grado di tollerare condizioni di stress dovute a scarso regime idrico, elevate temperature climatiche e attacchi di patogeni".