8 miliardi nucleotidi sequenziati, 7 cromosomi, 210 milioni basi di Dna, 34.809 geni identificati, una pubblicazione firmata da 72 autori provenienti da 37 istituzioni scientifiche di tutto il mondo: numeri imponenti per il più piccolo genoma di pianta coltivata finora decifrato, quello della fragola.
Il progetto, durato due anni, è stato realizzato da un consorzio internazionale formato da 37 istituzioni scientifiche di tutto il mondo, coordinate dall'università della Florida, dove l'Italia è rappresentata unicamente dall'Istituto agrario di San Michele all'Adige, che vi ha partecipato sia per le competenze sviluppate nei due progetti di sequenziamento di vite e melo, completate rispettivamente nel 2007 e nel 2010, nonché per le strumentazioni all'avanguardia di cui si è recentemente dotato durante i due progetti.
I risultati sono riportati in un articolo scientifico pubblicato on line il 27 dicembre sulla prestigiosa rivista Nature Genetics, lo stesso mensile scientifico del gruppo Nature dedicato alle eccellenze nel settore genetico e genomico che nel numero di ottobre ha riservato la copertina al genoma del melo.
"Dopo pochi mesi dalla pubblicazione sulla stessa rivista dell'articolo sul genoma del melo questo risultato è per noi motivo di orgoglio e soddisfazione – ha detto il presidente dello Iasma Francesco Salamini – Proseguiremo con la ricerca nel settore della genomica con l'idea di utilizzarla a garanzia di una agricoltura sostenibile, per dare risposta alle esigenze dei produttori e dei consumatori".
La fragola sequenziata è la fragolina di bosco (Fragaria vesca), varietà Hawaii4, che ha contribuito per un quarto al genoma della fragola che troviamo sulle nostre tavole (Fragaria x ananassa).
Grazie a questo risultato si potrà sostenere e potenziare la ricerca nel campo della fragola e dei piccoli frutti per ottenere in modo rapido nuove varietà di fragola: i tempi del miglioramento genetico convenzionale saranno velocizzati per ottenere piante in grado di produrre frutti più salubri e gustosi e che si difendono da sole dalle malattie e dagli insetti, riducendo così gli interventi agronomici in campagna e realizzando una frutticoltura più sostenibile.
"Il sequenziamento del genoma della fragola, come lo è stato per vite e melo – spiegano gli autori italiani Roberto Viola (dirigente del Centro ricerca e innovazione), Riccardo Velasco (coordinatore dell'area agricoltura del Centro) e la ricercatrice Michela Troggio – amplifica di almeno mille volte le nostre conoscenze relativamente a questa importante pianta agraria, in particolare le sue proprietà nutrizionali, l'impatto ambientale, l'esplorazione della biodiversità, gli studi filogenetici ed evolutivi".
Le sequenze del Dna saranno disponibili da gennaio sulle banche dati internazionali, liberamente consultabili da parte della comunità scientifica. Nel corso del 2008 e 2009 sono state prodotte le sequenze del Dna di fragola (circa 8 miliardi di nucleotidi sequenziati) e nel corso di quest'anno i ricercatori hanno effettuato l'assemblaggio e la ricostruzione del contenuto ordinato dei geni dei 7 cromosomi della fragola. Le sequenze coprono 40 volte il genoma della fragola, con oltre il 90% del genoma assemblato nei cromosomi e 34.809 geni ancorati ad una precisa posizione dei cromosomi.
Il progetto ha permesso, inoltre, di identificare le relazioni tra i cromosomi della fragola e i cromosomi del pesco (entrambe sono della famiglia botanica delle Rosaceae, come del resto il melo) e le loro relazioni filogenetiche.
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Fonte: Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di San Michele all'Adige