La promozione, messa a punto da Cso, Centro servizi ortofrutticoli, vede coinvolte importanti imprese emiliano-romagnole attraverso la Compagnia italiana della frutta, proprietaria dei marchi Made in Blu e Fruitaly.
Il Marchio Made in Blu, pensato per identificare una offerta di altissima qualità , ha sviluppato nel 2006 un fatturato di 11.500.000 euro in aumento del 20% rispetto al 2005.
Nel 2007 la Compagnia Italiana della Frutta concentrerà gli sforzi sullo sviluppo dei mercati d’Oltreoceano con particolare attenzione per il Canada e gli Usa in cui l’esportato globale di kiwi a marchio Made in Blu attualmente si attesta sulle 3.000 tonnellate.
Quantitativi importanti al cui interno si collocano anche i kiwi italiani destinati alla promozione Weight Watchers, le partenze iniziate il 30 gennaio dal porto di Genova proseguiranno tutto il mese di febbraio per un totale di 30 containers, con destinazione New York.
Complessivamente il carico a marchio supererà i 7 milioni di frutti che verranno commercializzati sui mercati Usa tra due settimane. Ed è in tale contesto che l’iniziativa promozionale Weight Watchers ha trovato sinergie efficaci che hanno portato al successo, alla luce anche della particolare situazione dell’export italiano di kiwi negli Stati Uniti.
Attualmente infatti la domanda di kiwi da quel Paese è piuttosto sostenuta a causa tra l’altro del pesante calo di offerta di agrumi californiani dovuta a condizioni climatiche avverse che hanno ridotto la produzione a cui il mercato sopperisce anche con il nostro kiwi.

Le potenzialità di sviluppo delle esportazioni secondo dati Cso ci sono tutte, basti pensare che gli Usa producono appena 20.000 tonnellate di kiwi concentrate in California, ed il volume del mercato è stato negli anni recenti di poco meno di 60.000 tonnellate.
Le importazioni provengono principalmente dai paesi dell’Emisfero Sud: Cile e Nuova Zelanda, in controstagione rispetto alla nostra offerta.
L’Italia esporta in Usa tra le 6.000 e le 7.000 tonnellate di prodotto per campagna commerciale, appena il 2,5-3% dell’export totale.

Fonte: Cso - Centro servizi ortofrutticoli