L'Italia detiene il triste primato in Europa di nazione con più morti in ambito lavorativo (dati Eurostat 2020). Se ne parla tanto a livello mediatico ma nel clamore delle notizie che portano a pochi o nulli risultati, gli infortuni in agricoltura non sono quasi mai citati.

 

Eppure, i numeri fanno impressione: ogni 2,4 giorni muore un operatore agricolo e la prima causa di morte è la perdita di controllo del mezzo agricolo (Dati Inail).

 

I dati fonte di preziose informazioni

Con il prezioso commento di Domenico Pessina, professore di meccanica agraria presso l'Università Statale di Milano e fondatore dell'Osservatorio indipendente sulle morti da ribaltamento del trattore, Agronotizie® ha analizzato l'ultimo report di Inail sugli infortuni nel comparto agricoltura.

 

Insieme agli altri componenti del suo gruppo di ricerca, da diverso tempo Pessina si occupa del monitoraggio degli incidenti mortali da ribaltamento del trattore. Diversi sono gli articoli scientifici pubblicati che prendono a riferimento proprio i dati rilevati dall'Osservatorio indipendente del Dipartimento di “Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia (DiSAA)” dell’Università di Milano, attivo dal 2008, coordinato da Pessina.

 

Decrescita di infortuni in agricoltura

Nel quinquennio 2018-2022, il bilancio del fenomeno infortunistico della gestione assicurativa nella sezione Agricoltura dell’Inail, testimonia un trend in decrescita. I numeri di seguito comprendono il totale delle denunce pervenute all'Ente, in diminuzione del 21,5%. Un dato assolutamente positivo che parrebbe confermato anche dai dati del 2023, seppur ancora temporanei. 

 

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Gli infortuni sono divisi in eventi accaduti durante il periodo di lavoro (In occasione di lavoro) e nel tragitto casa lavoro (In itinere)

(Fonte foto: Inail)

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Le principali cause di infortunio in occasione del lavoro identificate dall'ente negli ultimi tre anni sono:

  • Scivolamento o inciampamento, con caduta di persona;
  • Perdita di controllo totale o parziale di una macchina;
  • Movimento del corpo sotto sforzo fisico.

Queste tre casistiche insieme rappresentano il 70% delle cause di infortunio. Va chiarito che nel totale degli infortuni considerato dalle analisi statistiche (ESAW/3), rientrano solo i casi di cui sono note informazioni relative agli attimi precedenti l'infortunio. In caso contrario, non risulta possibile definire nessuna causa. Per intenderci, se si rinviene un trattore ribaltato ma non si conosce la dinamica, questo sinistro non sarà incluso nell'analisi statistica di Inail.

 

Calo degli infortuni, un vero successo?

Il calo nel numero degli infortuni testimoniato dai dati Inail è sicuramente un fattore positivo, il cui valore va però messo in relazione anche con il calo generale degli occupati in ambito agricolo.

Il settore primario, infatti, si distingue dal resto dell’economia italiana per il suo lento e costante declino in termini dimensionali.

 

Dal 2019 si riscontra una contrazione del 5,9% degli occupati e del 5,4% del valore aggiunto con una rappresentanza, rispettivamente sul totale degli occupati e del valore aggiunto, del 3,3% e 1,9%.

 

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Il comparto agricolo italiano si caratterizza da una decrescita del numero di occupati e del valore aggiunto

(Fonte foto: Inail)

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Un ulteriore fattore da tenere in considerazione è che il periodo preso in esame ha visto il succedersi di una pandemia mondiale. Analizzando l'andamento, ci si rende conto che il numero degli infortuni ha subito un calo particolare nel 2020, per poi mantenersi abbastanza stabile con leggere oscillazioni. (Ulteriori elaborazioni di Inail qui

 

Andamento infortuni riconosciuti agricoltura INAIL 2018_2022.jpg

Analisi effettuata da Inail sul totale degli infortuni sul lavoro riconosciuti (114.744) nel quinquennio 2018-2022

(Fonte foto: Inail)

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"Anche il nostro Osservatorio Indipendente ha analizzato l’impatto della pandemia sugli incidenti mortali causati da ribaltamento del trattore". Commenta Domenico Pessina, che continua: "Anche se non è ancora possibile trarre conclusioni definitive, non abbiamo riscontrato particolari differenze, se non durante il primo periodo di lock-down tra marzo e maggio del 2020. Piuttosto, sembra che nell’intero periodo pandemico il lavoro agricolo sia stato meno praticato da lavoratori part-time, temporanei e hobbisti, e più in generale dagli agricoltori non professionisti, che sono i soggetti più frequentemente presenti nelle tristi statistiche di cui stiamo parlando. Questo fattore, unitamente al costante lavoro di ispezione delle ASL, potrebbe aver contribuito alla diminuzione degli infortuni occorsi".

 

"L'andamento decrescente degli infortuni è un dato certamente molto positivo, che però va confermato con i dati a partire dal 2022, cioè con il graduale ritorno alla normalità dopo la pandemia - aggiunge Pessina. Per confermare un miglioramento stabile, ritengo sia necessario un periodo più lungo". 

 

Tra gli infortunati spiccano gli uomini over 50 

Analizzando la distribuzione per sesso ed età delle denunce, otteniamo informazioni interessanti: la frequenza degli infortunati è significativamente maggiore di quella delle infortunate (81,9% contro 18,1%) e, in generale, le persone con età superiore ai 50 anni sono le vittime più frequenti (52,8%). 

 

Distribuzione anagrafica e di genere INAIL 2018-2022.jpeg

Infortuni riconosciuti in occasione di lavoro per fascia di età e per genere

(Fonte dati Inail)

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Mettendo in relazione la maggiore incidenza di infortuni nei lavoratori over 50 con i dati sull'invecchiamento della forza agricola italiana, non otteniamo un quadro positivo. Ciò è ancora più vero se, come vedremo di seguito, si analizzano i dati relativi agli incidenti mortali che mostrano una situazione allarmante.

 

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Denunce di infortunio pervenute all'Inail distribuite per luogo di nascita della vittima
(Fonte foto: Inail)
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La tragedia nascosta delle morti bianche in agricoltura

Se l'andamento decrescente degli infortuni rappresenta un risultato positivo, festeggiare è assolutamente prematuro e lo si capisce analizzando i numeri degli infortuni con esito mortale.

 

Il rapporto indica una media di 150 morti all'anno, con un picco massimo di 171 nel 2019 e un minimo di 137 nel 2022, che si traduce in un morto ogni 2,4 giorni.

 

infortuni esito mortale INAIL 2018_2022.jpg

Numero di denunce di infortunio con esito mortale pervenute ad Inail nel quinquiennio 2018-2022

(Fonte foto: Inail)
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Oltre al nefasto dato numerico, i morti sul lavoro in agricoltura nascondono un ulteriore aspetto allarmante. Prendendo ad esempio l'anno 2022, se rapportiamo i 137 morti sul lavoro al numero totale di infortuni denunciati (26.459), otteniamo un tasso dello 0,52%, ben più elevato di quello osservato per le categorie "Industria e servizi" e "Conto Stato" (rispettivamente 0,18% e 0,04%). 

 

Il rapporto Inail indica che i 3/4 delle vittime sono italiani, il resto è rappresentato dalle nazionalità indiana e, a seguire, marocchina, albanese e senegalese. Inoltre, solo il 53% delle vittime è un lavoratore dipendente e di questi, 8 su 10 hanno un contratto a tempo determinato mentre, il 40% circa è autonomo con una grande maggioranza di coltivatori diretti e/o familiari.

 

Come muoiono gli agricoltori italiani?

Nel 2022 la prima causa di morte - il dato è ottenuto da un'ulteriore indagine condotta solo su alcuni dei casi mortali avvenuti in occasione di lavoro -, risulta essere la "Perdita di controllo totale o parziale del mezzo utilizzato" che quota oltre la metà dei decessi professionali per i quali è nota l’informazione (53,8%).

 

La morte sopravviene per lo più per schiacciamento o per urto, segue a distanza la categoria "Scivolamento o inciampamento" (14%).

 

Casi mortali riconosciuti in occasione di lavoro per cause e circostanze.jpg

(*) Per la codifica degli infortuni riconosciuti “in occasione di lavoro” Inail utilizza il sistema europeo di codifica Esaw/3, finalizzato a identificare la catena di avvenimenti che precede l’istante traumatico dell’evento infortunistico, mettendone in evidenza cause, circostanze e dinamiche.

(Fonte foto: Inail)

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Le percentuali riportate in tabella sono state redatte a partire dai 63 casi definiti positivi nel 2022 da Inail (totale denunce 137). Di questi, solo 19 casi fornivano informazioni sufficienti per determinare la causa di morte (analisi ESAW/3) che si è rivelata essere in 12 casi la "Perdita di controllo totale o parziale del mezzo utilizzato".

 

Muoiono di più i lavoratori sopra ai 50 anni

Gli infortunati deceduti sono nella stragrande maggioranza uomini (96%). La distribuzione anagrafica, inoltre, mostra che quasi i 2/3 dei deceduti sono lavoratori dai 50 anni in su.

 

L’incidenza crescente (8 punti percentuali in più nell’arco del quinquennio) segue l’invecchiamento progressivo dei lavoratori agricoli e questo trend lascia presagire una situazione con ampi margini di peggioramento.

 

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Distribuzione per fascia di età degli infortuni con esito mortale avvenuti nel quinquennio 2018-2022 

(Fonte foto: Inail)

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"L'invecchiamento della forza lavoro agricola è un dato assolutamente comprovato - afferma Domenico Pessina, che continua – nel periodo indagato, l'Osservatorio indipendente del DiSAA ha rilevato un'età media di 66 anni tra i deceduti per ribaltamento del trattore. Ciò è dovuto ad una serie di fattori tra cui anche il naturale decadimento della prontezza di riflessi in situazioni di emergenza degli operatori agricoli più avanti con l’età, ma soprattutto l'uso di mezzi estremamente obsoleti ma ancora ampiamente operativi, che fatalmente risultano essere notevolmente arretrati per ciò che concerne la dotazione di dispositivi di sicurezza"

 

"Nel breve periodo, l'unica probabile soluzione per abbassare l'età anagrafica della forza lavoro agricola in Italia, consiste nel considerare il fenomeno migratorio (debitamente controllato e orientato) come una risorsa - commenta Pessina. Detto ciò, per risolvere la problematica della progressiva diminuzione della forza lavoro agricola, una soluzione chiave arriverà senza dubbio dall'automazione e dalla robotica. Arriveremo ad avere operatori agricoli che controllano da remoto una flotta di robot. Tuttavia, si tratta di una prospettiva a lungo termine, di sicuro non entro 5 o 10 anni.

 

L'analisi dell'Osservatorio indipendente del DiSAA

Il rapporto di Inail dipinge un quadro molto drammatico che, tuttavia, rappresenta una sottostima del fenomeno reale.

 

"I dati Inail riguardano sostanzialmente le denunce relative a lavoratori regolarmente inquadrati - chiarisce Pessina, che aggiunge - tuttavia è ampiamente noto che il mondo agricolo si avvale in modo significativo di figure che, nella gran parte dei casi, non sono titolari di azienda e nemmeno dipendenti, ma per lo più familiari, amici, collaboratori occasionali e, bisogna dirlo, altri soggetti senza regolare contratto di lavoro."

 

Ricordiamo che secondo le stime, il numero di lavoratori irregolari in agricoltura si fermerebbe al 16,8% del totale dei lavoratori con un sommerso quotato al 15,7% sul totale del comparto (Dati Istat 2021).

 

"Anche per questi motivi, abbiamo deciso nel 2008 di fondare l'Osservatorio indipendente per il monitoraggio degli incidenti mortali da ribaltamento del trattore - afferma Pessina. Abbiamo messo a punto e validato una metodologia di minuziosa ricerca sul web, svincolata da fonti istituzionali. Il ricorso al web ci offre il vantaggio dell’immediatezza della notizia, quindi con la possibilità di avere informazioni praticamente in tempo reale, e perciò con un costante aggiornamento della situazione".

 

"Attraverso specifiche parole chiave, rintracciamo le notizie di incidenti mortali dovuti al ribaltamento del trattore, da cui estrapoliamo il massimo possibile delle informazioni, classificandole poi in un database specificamente predisposto. Nell’intero periodo indagato emerge un’oscillazione tra 100 e 140 incidenti mortali all’anno causati dal solo ribaltamento del trattore".

 

 

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L'analisi è stata condotta dall'Osservatorio Indipendente del DiSAA dell'Università degli Studi di Milano a partire da dati raccolti scandagliando il web

(Fonte foto: Pessina, DiSAA UniMi)

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"Oltre ai dati delle vittime, ovviamente resi anonimi, registriamo e analizziamo anche i dati dei mezzi coinvolti e delle modalità di accadimento - spiega il professore. In un buon numero di casi, riusciamo ad accertare anche l’importante dettaglio della presenza (o assenza) della struttura di protezione in caso di ribaltamento (Roll Over Protective Structure - ROPS), e talvolta è anche possibile definire la correttezza del suo utilizzo al momento dell'incidente".

 

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L'analisi è stata condotta dall'Osservatorio Indipendente del DiSAA dell'Università degli Studi di Milano su 434 incidenti di ribaltamento, il 30,7% dei totali rilevati nel periodo 2008-2019

(Fonte foto: Pessina, DiSAA UniMi)

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Dall'analisi dell'Osservatorio - condotta su 434 eventi di cui è stato possibile accertare l'eventuale presenza di ROPS - risulta come il 57,6% degli incidenti fatali abbia coinvolto trattori mancanti del dispositivo di protezione, nonostante il primo provvedimento legislativo sulla dotazione obbligatoria dei ROPS per i trattori convenzionali risalga al 1974, ovvero ben 50 anni fa. Nel 19,4% degli incidenti, poi, il dispositivo ROPS (il roll-bar anteriore) era regolarmente installato, ma era in posizione abbattuta, non offrendo di fatto alcuna protezione.

 

Le conclusioni sono politiche

I morti in agricoltura oltre ad essere un fenomeno all'ordine del giorno, è un fenomeno sottostimato. 

 

L'adeguamento dei vecchi trattori, per quanto riguarda i dispositivi di sicurezza, ha subito un'accelerazione dopo l'emanazione nel 2006 delle linee guida di Inail per l'equipaggiamento dei cosiddetti telai sui trattori usati. Ciò ha permesso di adeguare diverse decine di migliaia di trattori, ma sono ancora troppi quelli sprovvisti dei sistemi di sicurezza di base.

 

Alla vetustà del parco macchine si aggiunge un silenzio assordante dal punto di vista politico, con iter legislativi inefficienti che rendono possibile avere, dal 2012, una Legge sulla revisione delle macchine agricole inapplicabile e inapplicata per la mancanza di un decreto attuativo che, sistematicamente e sotto tutti i Governi, non viene emanato. 

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La revisione "prevede un controllo del trattore sia come veicolo circolante su strada - quindi con accertamento dell'efficienza di freni, sterzo, luci, ecc... - ma anche contestualmente una verifica della presenza e dell’efficienza dei dispositivi di sicurezza". Afferma Pessina, che aggiunge: "Le difficoltà a rendere effettivamente operativo tale provvedimento sono molte, sia di natura pratica che non. Considerando la comprovata vetustà del parco trattori nazionale, molti degli esemplari più datati se sottoposti a revisione, necessiterebbero probabilmente di sostanziali interventi di adeguamento, per una spesa superiore al loro valore, destinando quindi inevitabilmente tali mezzi alla rottamazione".