Marte+ meccanizzazione Toscana, opera con il coinvolgimento diretto dei quattro governi regionali, di alcune Agenzie regionali, di istituzioni scientifiche, di enti locali nel partenariato allargato e di soggetti privati nella fase operativa. Orientato alle 'colture di montagna' ovvero poste ad altitudini superiori a 500 metri sul livello del mare ma anche con pendenze oltre il trenta per cento, ha tra i suoi obiettivi la valorizzazione del territorio costiero mediterraneo, annoverato tra le aree internazionali di valore paesaggistico e ambientale. Un territorio il cui stato di abbandono è in continuo aumento in virtù dei margini di guadagno che, sempre più ridotti, scoraggiano il ricambio generazionale nella conduzione agricola.
Meccanizzare per salvaguardare
L'effetto più immediato di tale problematica si concretizza in situazioni di degrado ambientale. A scopo preventivo, la Regione Toscana con la collaborazione dell’Università degli Studi di Firenze, nell’ambito del sottoprogetto SC di Marte+ riguardante la diffusione di buone pratiche per l'adeguamento dei sistemi produttivi, ha promosso un complesso di azioni pilota per l’agevolazione dei processi di meccanizzazione sulle aree viticole e olivicole in posizioni difficili e terrazzate. Il progetto si propone di trovare e trasferire soluzioni tecniche e tecnologiche che permettano di rendere possibile e meno gravosa la meccanizzazione delle operazioni colturali consentendo una gestione economicamente sostenibile delle coltivazioni.
Obiettivi alti
Mete dello studio proposto dai ricercatori toscani, sono l'ottimizzazione delle operazioni colturali, l'incremento della capacità di lavoro e la riduzione dei costi di manodopera, il recupero di superfici coltivate, la conservazione del paesaggio e dell’ambiente nel suo complesso, la diminuzione dei carichi di lavoro e dei rischi per gli operatori agricoli oltre al miglioramento della qualità delle produzioni.
Innovazione tecnologica mirata
Per raggiungere tali obiettivi, Marte + collauda e valuta soluzioni innovative adatte a territori costieri di piccole dimensioni; quindi facili da utilizzare e agili tanto da operare su impianti difficilmente accessibili.
Non esistendo un settore specificamente dedicato alle piccole attrezzature per coltivazioni di questo tipo, si ricorre a dispositivi e macchine sviluppati per altri settori e scopi produttivi.
Due i prototipi ad oggi ideati; un minicingolato con motore da 18 cavalli, dimensioni ridotte, joystick di comando e pdp anteriore, caratterizzato da pendenze superabili oltre il 100 per cento a pieno carico e velocità di avanzamento di 6 chilometri orari. Un secondo prototipo, più potente e dotato di attacco a tre punti normalizzato è stato pensato per lavorare con macchine operatrici più complesse; il motore è un tre cilindri da 24 cavalli e la pdp anteriore normalizzata opera a 540 giri al minuto.
Individuati con finalità scientifica dai ricercatori dell’Università di Firenze, costruttori e rivenditori di diverse tecnologie sono stati coinvolti nelle giornate dimostrative utili come test per l’agricoltore che può così valutare la singola macchina o dispositivo.
Dalle giornate in campo vengono di volta in volta raccolte informazioni cartacee informatizzate di taglio divulgativo, con materiale multimediale.
Le operazioni oggetto di dimostrazione vanno dalle lavorazioni del terreno con mini dumper con attrezzature varie per la gestione del suolo, allo sfalcio dell'erba con trincia o falciatrici, biotrituratori o cippatori ma coinvolgono anche la gestione fitosanitaria con atomizzatori spalleggiabili, minidumper con atomizzatori e cannoni. Inoltre, sono testate in campo attrezzature relative alle fasi di potatura, raccolta, legatura e movimentazione materiale.