Quando un governo stanzia risorse per consentire il ricambio generazionale di attrezzature e macchine, sempre si plaude a più livelli. Degli incentivi si avvantaggiano in primis i produttori, che possono alleggerire gli stock accumulatisi nei periodi di crisi. Se ne avvantaggiano concessionari e distributori, per motivi all’incirca analoghi. Se ne avvantaggiano anche gli acquirenti finali, che possono cogliere l’occasione di cambiare macchine e attrezzature obsolete approfittando di minori oneri economici a loro carico. Ovviamente ogni incentivo ha un prezzo, pagato a livello di debito pubblico, il quale viene spinto verso l’alto ogni qualvolta si dia respiro a questo o a quel comparto. Gli incentivi hanno infatti la finalità, o almeno la dichiarano, di spalmare le difficoltà di un settore a livello di economica generale, attingendo poche risorse dalle tasche di tutti per darne molte a chi è in crisi. I piccoli prelievi “a fin di bene” però, se troppo numerosi, finiscono col presentare un conto salato all’intera comunità. Per questo gli incentivi devono essere oculati e devono apportare vantaggi tangibili ai settori in cerca d’aiuto. Per dire di aver fatto un buon affare a livello nazionale, la ripresa di questi settori deve infatti restituire con gli interessi al Paese le risorse economiche assorbite per rilanciarsi. La meccanizzazione agricola languiva da tempo su questo tema. I costruttori, tramite Unacoma, i dealers, tramite Unacma, e i terzisti di Unima e Confai, reclamavano da anni un aiuto statale. Un aiuto il quale, onestamente, appariva di gran lunga inferiore a quello concesso agli autoveicoli. Oggi questo incentivo è finalmente arrivato, con le relative osservazioni fatte da chi nel settore conta.

Gli incentivi nei fatti
Il pacchetto incentivi complessivo è di 300 milioni di Euro e i suoi oneri saranno ripartiti tra Ministero dell'Economia (200 milioni) e dello Sviluppo Economico (100 milioni). Ben dieci i settori interessati dagli incentivi, spaziando dagli elettrodomestici alle cucine componibili, dai motocicli alle gru per l’edilizia, fino all’internet a banda larga. Infine, tocca una fetta anche a rimorchi e semirimorchi, macchine agricole e movimento terra. Lascia qualche perplessità l’incentivo sulla nautica da diporto, che non odora sicuramente di settore che possa restituire alla comunità i benefici economici ricevuti. Per l’agricoltura ci sono solo venti milioni di Euro, tanti quanti son stati concessi alla già citata nautica da diporto. Non è certo una cornucopia zeppa di regali. Se è pur vero che tra niente e poco resta pur sempre meglio poco, una tale cifra ha più il sapore di un “palliativo, più che una cura risolutiva”, per usare le parole di Leonardo Bolis di Confai. Sempre dall’ottica di Confai, gli aiuti non ricadranno sugli agromeccanici, in quanto gli incentivi sono concentrati su trattori e macchinari con più di dieci anni. Un’età molto al di sopra di quella media di un parco macchine di un terzista. Tutto sommato, sempre restando in casa Confai, sarebbe stato preferibile una rivisitazione dell’accisa sul gasolio.
Soddisfazione palese in Unima, dove Aproniano Tassinari si complimenta per la celerità di accoglimento delle istanze da parte del Governo. Un governo che accetta oggi, nel pacchetto voluto da Scajola, richieste e pressioni che ormai venivano reiterate da non meno di tre anni. Anche Tassinari, però, manifesta perplessità circa la distribuzione di questi incentivi, dato che per gli agromeccanici, stando così le cose, ci sarà ben poco se non addirittura nulla. Molto più ottimismo invece, ovviamente, si respira in Unacoma, dove il presidente Massimo Goldoni sottolinea come “Dopo sette anni il nostro settore è tornato nell’agenda del Governo, e questo è positivo. L’opera di sensibilizzazione e di pressione svolta dall’Unacoma ha prodotto un risultato concreto, con l’inserimento nel Decreto governativo di sostegni specifici per le macchine agricole e per il movimento terra”.
Resta però un dubbio di fondo: visto che il finanziamento è previsto intorno al 10% del prezzo di listino, e fissando un prezzo medio di una trattrice di poco inferiore ai 40 mila Euro, si evince come con venti milioni di Euro si può finanziare l’acquisto di poche migliaia di unità complessive. Il mercato 2009 ha visto immatricolare poco più di 27 mila pezzi: quanti agricoltori cambieranno le trattrici perché motivati dagli incentivi e quanti beneficeranno semplicemente degli incentivi su acquisti che avrebbero fatto comunque? Solo alla fine del processo potremo valutare la bontà dell’iniziativa, restando sempre convinti che “poco è pur sempre meglio che niente”.