L'Unione Europea tenta di mettere in sicurezza i mercati agricoli e le aziende agricole, e negli ultimi giorni ha fatto molto di più di un semplice punto della situazione.

 

Ieri, 30 maggio 2024, il Consiglio Ue, riunitosi nella formazione congiunta Affari Esteri-Commercio, ha approvato la proposta della Commissione di aumentare drasticamente i dazi sui cereali, i semi oleosi e altre derrate agricole e i rispettivi derivati importati dalla Russia e dalla Bielorussia, secondo la proposta presentata il 22 marzo scorso dalla Commissione al Consiglio Europeo. Si tratta - per molti prodotti - di un aumento di 95 euro alla tonnellata che colpirà dal prossimo 1° luglio solo le commodity dirette nella Ue e non quelle in transito, ma dirette a Paesi terzi: tale soluzione è stata adottata per evitare di produrre crisi alimentari nei Paesi di destinazione, spesso fortemente dipendenti dall'import di cereali e semi oleosi.

 

Il 27 maggio scorso invece, sulla base delle conclusioni del Consiglio Europeo del 21 e 22 marzo 2024 e del 17 e 18 aprile 2024, il Consiglio Agricoltura e Pesca ha discusso delle risposte dell'Ue alle attuali preoccupazioni nel settore agricolo. I ministri sono stati aggiornati sulle misure già adottate e su quelle attualmente previste per il prossimo futuro a sostegno degli agricoltori e del settore. In tale contesto, i ministri hanno accolto con favore la recente entrata in vigore delle modifiche della politica agricola comune il 25 maggio 2024.

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Dazi, come cambieranno

In particolare, la proposta legislativa sui dazi doganali della Commissione approvata ieri, 30 maggio 2024, dal Consiglio Ue comporta una modifica al Regolamento Europeo 2856 del 1987, recante norme sulla nomenclatura tariffaria e statistica ed alla tariffa doganale comune. Le modifiche comportano nuove tariffe per i cereali, i semi oleosi e i prodotti derivati nonché di pellet di barbabietola e piselli secchi originari o esportati dalla Federazione Russa o dalla Repubblica di Bielorussia.

 

In quasi tutti i casi, i dazi sulle esportazioni russe e bielorusse verso l'Ue aumenteranno dal 1° luglio di 95 euro per tonnellata in somma fissa o a un dazio ad valorem del 50%, a seconda del prodotto. In questo secondo caso, in pratica, il dazio aumenterebbe o diminuirebbe in valore assoluto proporzionalmente al variare del prezzo del cereale, restando fissa l'aliquota del 50%.

 

Questi dazi - che non lasciano più spazio ad esenzioni di sorta - incideranno sulle importazioni dell'Ue dalla Federazione Russa e dalla Repubblica di Bielorussia di merci che nel 2023 hanno pesato per 4,8 milioni di tonnellate di importazioni, per un valore commerciale di 1,6 miliardi di euro nello stesso anno.

 

"Le nuove tariffe fissate oggi mirano a fermare in pratica le importazioni di grano dalla Russia e dalla Bielorussia nell'Ue" ha affermato ieri, 30 maggio 2024, Vincent Van Peteghem, ministro belga delle finanze. "Queste misure - ha aggiunto - impediranno quindi la destabilizzazione del mercato cerealicolo dell'Ue, fermeranno le esportazioni russe di grano prodotto nei territori dell'Ucraina illegalmente appropriati e impediranno alla Russia di utilizzare i proventi delle esportazioni verso l'Ue per finanziare la sua guerra di aggressione contro l'Ucraina. Questo è ancora un altro modo in cui l'Ue mostra un sostegno costante all'Ucraina".

 

Ecco come saranno tassati alcuni beni provenienti da Russia e Bielorussia a partire dal 1° luglio 2024: la tariffa sul grano duro si porterà  dagli attuali 53 euro alla tonnellata a 148 euro alla tonnellata, quella sul frumento tenero e segale - fino ad oggi esenti dazio - da zero a 95 euro alla tonnellata. Mentre i semi di girasole passeranno dal regime di esenzione ad una tariffa pari al 50% del prezzo di ingresso. Questo perché gli aumenti colpiscono sia i beni che già erano tassati che altri che non lo erano ancora.

 

Agrifish, il punto della situazione

Il 27 maggio scorso, invece, i ministri agricoli dell'Unione hanno accolto con favore le altre misure proposte dalla Commissione in soccorso dell'agricoltura, quali la creazione di un Osservatorio della Filiera Agroalimentare dell'Ue, la recente pubblicazione della seconda relazione concernente l'attuazione della Direttiva sulle Pratiche Commerciali Sleali, l'imminente proposta relativa a norme per l'applicazione transfrontaliera della Direttiva sulle Pratiche Commerciali Sleali, come pure il sondaggio destinato agli agricoltori avviato dalla Commissione per individuare le principali fonti di oneri amministrativi e complessità per gli agricoltori.

 

Il Consiglio ha inoltre tenuto un dibattito politico sugli insegnamenti tratti dalla situazione attuale e sulle modalità per migliorare le misure di gestione delle crisi in futuro.  Gli Stati membri hanno chiesto strumenti efficaci di gestione delle crisi, con risorse finanziarie adeguate, in grado di rispondere in modo rapido e mirato, al fine di integrare gli strumenti esistenti di gestione dei rischi.

 

I ministri, inoltre, hanno sottolineato l'importanza di rendere il sostegno più flessibile ed efficace, consentendo agli Stati membri di promuovere misure di prevenzione adeguate, tenendo conto delle loro specificità e caratteristiche geografiche e senza aumentare gli oneri amministrativi che gravano sugli agricoltori. In termini di prevenzione delle crisi, tra gli elementi chiave menzionati vi sono l'importanza della ricerca, dell'innovazione e della formazione, così come il ruolo dei regimi di assicurazione e riassicurazione.

 

Su questo punto, il Consiglio ha inoltre ascoltato le informazioni fornite dalla delegazione austriaca riguardo alle sfide poste dai grandi carnivori per l'agricoltura e le zone rurali.

 

"Il nostro lavoro per rispondere alle preoccupazioni espresse dagli agricoltori prosegue" ha sottolineato David Clarinval, ministro belga dell'Agricoltura e presidente di turno Agrifish. "Oggi abbiamo riflettuto su come scongiurare l'insorgere di crisi future nel settore agricolo - ha aggiunto - e anche su come affrontarle meglio, perché i nostri agricoltori possano concentrarsi su ciò che sanno fare meglio: garantire la sicurezza alimentare e portare alimenti di alta qualità sulle tavole degli europei".

 

"Faremo tesoro delle osservazioni formulate oggi - ha concluso Clarinval - per adottare conclusioni sul futuro dell'agricoltura nell'Ue entro la fine della presidenza belga".

 

Il Consiglio ha proceduto poi ad uno scambio di opinioni sugli ultimi sviluppi e le questioni più pertinenti riguardanti i mercati agricoli dell'Ue, in particolare nel contesto della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina.
I ministri hanno ricevuto informazioni aggiornate dalla Commissione Europea sulla base della sua edizione di primavera delle prospettive a breve termine per i mercati agricoli dell'Ue nel 2024.

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Le prospettive a breve termine continuano a essere caratterizzate da incertezze, dovute in particolare all'evoluzione delle crisi geopolitiche, con possibili conseguenze sugli scambi commerciali, sui prezzi e sull'economia nel suo complesso, mantenendo così la pressione sugli agricoltori. Il Consiglio ha appreso che ci sono stati sviluppi favorevoli ancorché limitati in relazione ai costi dei fattori di produzione e che sulla redditività del settore può incidere anche una diminuzione del potere d'acquisto dei consumatori.

 

Gli Stati membri hanno condiviso gli sviluppi più pertinenti nei loro mercati agricoli e hanno sottolineato vari aspetti, tra cui le conseguenze negative di condizioni meteorologiche avverse, la ridotta redditività per settori specifici, quali i settori vitivinicolo e ortofrutticolo, i tassi di interesse elevati, la necessità di far sì che le importazioni ucraine raggiungano i loro mercati tradizionali, così come l'appoggio che accordano alla proposta di imporre ulteriori dazi sulle importazioni di prodotti a base di cereali dalla Russia e dalla Bielorussia.